Il disturbo cervicale è sicuramente il problema più ricco di sintomi di tutta la medicina muscolo scheletrica.
Se pensiamo al classico dolore lombare o ad un problema al ginocchio, i sintomi sono fondamentalmente due, ovvero il dolore e la rigidità (intensi quanto si vuole, ma il numero di sintomi è quello).
Se invece si pensa ai disturbi cervicali, pensiamo a qualcosa che tutti sanno essere caratterizzato da tantissimi sintomi diversi, come la sensazione di sbandamento, il mal di testa, i disturbi alla vista…questo oltre a dolore e rigidità, che peraltro spesso non sono neanche presenti.
Il disturbo cervicale è caratterizzato da tantissimi sintomi perchè il tratto cervicale è quello con il maggior numero di collegamenti ad altri distretti importanti; ad esempio, basta pensare che le vertebre cervicali sono a pochi centimetri dal cervello, la nostra “cabina di regia”.
In generale, possiamo dire che il disturbo cervicale ha 3 tipi di sintomi: i sintomi variano da caso a caso, a seconda di qual è la causa prevalente.
C’è infatti chi sviluppa disturbo cervicale a partire soltanto dalla propria postura e dai movimenti, e c’è invece chi lo sviluppa a partire da forti stati di tensione emotiva e del sistema nervoso: dalle osservazioni sui miei archivi, più dell’80% dei casi ha un mix di fattori.
I 3 tipi di sintomi cervicali possono essere raggruppati in:
- sintomi “meccanici” (dolore e rigidità)
- sintomi “metabolici” (nausea, gonfiori…)
- sintomi “neurologici” o meglio “pseudo-neurologici” (sbandamenti, mal di testa, disturbo della vista…)
In questo articolo vedremo nel dettaglio tutti i possibili sintomi del disturbo cervicale: non solo, ovviamente ti guiderò anche attraverso la migliore soluzione possibile, che come scoprirai è la rieducazione muscolare.
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Indice
- Sintomi di dolore cervicale: ecco dove si manifestano
- Sintomi di ernia cervicale: quando il dolore “scende” verso spalla e braccio
- Sintomi di lordosi o cifosi cervicale: quali problemi crea la “curva” del collo?
- Artrosi cervicale: ecco i sintomi più tipici
- I sintomi neurologici del disturbo cervicale: un universo infinito!
- Sintomi di mal di testa cervicale: come si manifestano cefalee ed emicranie a origine cervicale
- Disturbo cervicale e sintomi agli occhi
- Acufene: un potenziale sintomo cervicale?
- Torcicollo e “attacco di cervicale”: quando il collo si infiamma all’improvviso
- Vertigini cervicali e sbandamenti: il sintomo più odiato
- Sintomi alle gambe: ernia cervicale, mielopatia o “semplice” infiammazione?
- Protrusione cervicale: quali sintomi provoca davvero?
- Contrattura muscolare cervicale: i sintomi del problema più comune
- Conclusione
Sintomi di dolore cervicale: ecco dove si manifestano
Il dolore è il più comune dei sintomi muscolo scheletrici, ma incredibilmente nel disturbo cervicale non è sempre presente.
Ci sono persone con disturbi anche molto forti (esempio: sbandamenti invalidanti) ma che di fatto non hanno dolore.
Il dolore cervicale è tipico di quelle situazioni in cui il problema è molto legato ad aspetti “meccanici”, come ad esempio la postura ed i movimenti ripetuti.
Il dolore cervicale si manifesta tipicamente:
- su uno dei due lati del collo, o su entrambi i lati
- nella parte alta delle spalle, ovvero sui muscoli trapezi
- tra le scapole
Quando c’è un coinvolgimento anche dei nervi, a causa magari di problemi vertebrali, si manifesta anche:
- dolore lungo il braccio (dalla spalla alla mano)
- senso di debolezza e formicolii alla mano
- dolore al pettorale, spesso all’altezza del seno
Non è raro anche che il dolore vada verso l’alto, a causa dei grandi collegamenti tra disturbo cervicale e mal di testa, e che quindi si avverta anche:
- dolore alla nuca
- dolore e tensione alla fronte
Questo per quanto riguarda il sintomo “dolore” attribuibile direttamente al tratto cervicale.
Molte persone hanno in realtà sintomi misti, dove più che di dolore occorre parlare di tensione muscolare diffusa, soprattutto ai trapezi.
Questo fa sempre parte del disturbo cervicale, ma è più tipico di quando a monte di tutto c’è un importante stato di tensione del sistema nervoso.
Sintomi di ernia cervicale: quando il dolore “scende” verso spalla e braccio
L’ernia cervicale è una condizione nella quale uno (o più di uno) dei dischi posti tra una vertebra e l’altra si danneggiano, e parte di essi va a toccare le radici nervose adiacenti.
Detta così può sembrare una cosa piuttosto grave o spaventosa: un pezzo di vertebra che si rompe e va a comprimere un nervo???
In realtà le ernie sono fondamentalmente innocue nella maggior parte dei casi, e sono estremamente comuni anche nelle persone sane.
Ti basta sapere che circa il 70% della popolazione trentenne e sana presenta quelli che normalmente vengono definiti come “problemi vertebrali”, ovvero ernie e protrusioni.
L’ernia cervicale va considerata una parte importante del problema quando ci sono i sintomi tipici, ovvero:
- dolore all’avambraccio
- formicolio persistente, che cambia con i movimenti del collo
- perdita di forza significativa alla mano
In questi casi possiamo considerare che la compressione generata dall’ernia sia una parte importante del problema.
Molti associano l’ernia cervicale a sintomi come gli sbandamenti o il mal di testa: è un errore, quelli sono legati allo stato di infiammazione generale, non tanto alle ernie di per sè.
L’ernia cervicale non è legata a sintomi neurologici che non siano quelli relativi al braccio (formicolio e debolezza).
Insomma, non entrare nel panico e non darti per spacciato se ti hanno diagnosticato un’ernia cervicale!
Sintomi di lordosi o cifosi cervicale: quali problemi crea la “curva” del collo?
Vista di profilo, la nostra colonna vertebrale non è perfettamente dritta, ma ha una forma ad “S”, nella quale si alternano curve chiamate lordosi (in avanti) e cifosi (all’indietro).
In genere, il tratto cervicale ha una fisiologica curva di lordosi.
A molte persone viene diagnosticata una “riduzione o perdita della fisiologica lordosi”, ovvero si presentano con il tratto cervicale più dritto di quanto dovrebbe.
Altre addirittura presentano una “cifosi cervicale”, ovvero la curva fisiologica….girata al contrario!
Una percentuale minore presenta invece una “accentuata lordosi cervicale”, ovvero la curva più accentuata del normale.
Queste variazioni di postura possono essere causa di sintomi di qualche tipo?
Di base, la risposta a questa domanda è NO: il fatto che la colonna abbia più o meno lordosi non è causa di nessun problema in particolare.
Questo per una serie di motivi:
- circa il 30% delle persone nasce già con una ridotta curvatura cervicale. Semplicemente sono fatti così.
- nella maggior parte dei casi, la riduzione o perdita della lordosi è CONSEGUENZA del problema, ovvero della forte contrattura muscolare
- le statistiche dicono che tra persone con curvatura “normale” e con curvatura “anomala” c’è la stessa percentuale di problemi
In pratica: il fatto di avere la perdita o accentuazione della lordosi non deve mettere in allarme, perchè significa ben poco.
Certo, spesso questo tipo di posture indica che c’è una forte tensione muscolare sulla quale intervenire, ma non è necessario che la curva sia “a posto” per stare bene.
Dopo una buona rieducazione cervicale molte persone stanno benissimo pur senza aver modificato la curvatura: non è quello il problema su cui concentrarsi!
Artrosi cervicale: ecco i sintomi più tipici
L’artrosi cervicale è qualcosa che molto spesso viene segnalato in chi ha fatto una lastra o una risonanza.
In realtà, per una buona maggioranza dei casi, il riscontro di un po’ di artrosi è assolutamente normale (già dai 25-30 anni) e non deve destare alcun tipo di preoccupazione.
L’artrosi cervicale (chiamata anche spondiloartrosi), che dobbiamo immaginare come una sorta di “usura” delle vertebre, è problematica soltanto quando è di grado elevato.
Il sintomo più caratteristico di una artrosi cervicale significativa è la rigidità, ovvero la difficoltà cronica a muovere il collo.
I movimenti cervicali di una persona con artrosi significativa sono più o meno sempre limitati: il collo è quindi rigido e spesso dolente agli ultimi gradi di rotazione.
Paradossalmente, se non viene eccessivamente sollecitata con i movimenti, la cervicale artrosica spesso non dà grandi problemi di dolore.
Un altro sintomo che compare frequentemente nelle artrosi cervicali è la sensazione di sbandamento.
Attenzione però che la sensazione di sbandamento non è dovuta all’artrosi in sè e per sè: se così fosse, vorrebbe dire che non si potrebbe di fatto migliorare.
In realtà la sensazione di sbandamento è più che altro legata allo stato infiammatorio generale del tratto cervicale, che si può ridurre anche in un collo molto artrosico.
I sintomi neurologici del disturbo cervicale: un universo infinito!
Al tema “sintomi neurologici cervicali” ho dedicato tantissimi approfondimenti, perchè è uno dei temi più sentiti, quindi qui farò un breve sunto.
Io parlo più spesso di sintomi “pseudo neurologici” più che di “sintomi neurologici cervicali”, per un semplice motivo: nella quasi totalità dei casi, il sistema nervoso non è realmente danneggiato (per fortuna!).
I sintomi pseudo neurologici cervicali spesso fanno preoccupare non poco la persona che inizia a soffrirne, perchè in alcuni casi si è portati a credere di avere una vera e propria malattia neurologica (che fortunatamente poi non c’è!).
I principali sintomi pseudo neurologici cervicali sono:
- mal di testa ed emicrania
- sensazione di sbandamento (come “essere in barca” o “camminare sulle nuvole” o ancora “sentirsi leggermente ubriachi”
- fastidio alla vista e agli occhi
- debolezza generalizzata a braccia e gambe
- difficoltà di concentrazione
- formicolii in varie parti del corpo
Questi sintomi sono dovuti al forte collegamento che c’è tra strutture cervicali e sistema nervoso.
Collegamento che, come sempre nel corpo umano, è assolutamente nei due sensi:
- un’infiammazione cervicale disturba il sistema nervoso, perchè le prime vertebre cervicali sono estremamente vicine al cervello
- uno stato di forte tensione emotiva irrigidisce cronicamente i muscoli, e lo fa in particolar modo a livello dei muscoli cervicali (trapezi in primis)
I sintomi pseudo neurologici cervicali sono un problema enorme che coinvolge tantissime persone.
Per quanto siano situazioni complesse e a volte invalidanti, la ricetta per risolverli di fatto non cambia:
- rieducazione progressiva dei muscoli del collo
- miglioramento posturale generale e allentamento delle tensioni muscolari
- miglioramento di abitudini e stile di vita
Occorre sicuramente più pazienza rispetto ad un semplice torcicollo momentaneo, ma i punti fondamentali della ricetta sono quelli.
Sintomi di mal di testa cervicale: come si manifestano cefalee ed emicranie a origine cervicale
Tra disturbo cervicale e mal di testa ci sono davvero tantissime correlazioni, note più o meno a tutti.
Le correlazioni sono talmente forti che anche in medicina si parla di “emicrania cervicale” oppure di “cefalea cervicogenica”.
Il mal di testa causato da disturbi cervicali si manifesta in genere:
- nella zona della fronte (tutta la fronte)
- sopra un occhio (tipo emicranico)
- a livello della nuca
Di queste tre zone, probabilmente il dolore alla nuca è quello più comune in chi soffre di disturbi cervicali, dato che la nuca è il punto di inserzione di molti muscoli.
I disturbi cervicali possono causare mal di testa, o aumentarne uno già esistente, per diversi motivi:
- i muscoli cervicali si attaccano alla nuca, e se sono eccessivamente contratti si va a sviluppare una infiammazione
- le prime vertebre cervicali sono in stretto rapporto con il tessuto nervoso del cervello. Di conseguenza, l’infiammazione cervicale si può “trasmettere” a livello cerebrale
- i muscoli cervicali sono di fatto in continuità con quelli del cranio, in particolar modo gli occipito frontali
Le cefalee causate esclusivamente da disturbi cervicali si risolvono (o quantomeno si riducono tantissimo) con la rieducazione muscolare ed il miglioramento della postura.
Un dato interessante è che anche le cefalee o emicranie apparentemente non collegate a problemi cervicali possono trarre beneficio dal fatto che i muscoli del collo siano meno contratti ed infiammati, perchè si crea un “terreno meno fertile”.
Disturbo cervicale e sintomi agli occhi
Circa il 30% delle persone che soffrono di disturbi cervicali lamentano anche sintomi visivi come:
- difficoltà e fatica a leggere
- fastidio alla luce (in particolar modo negli ambienti chiusi tipo i centri commerciali)
- vista sfocata
Al comparire di questi sintomi, la persona che ne soffre tipicamente fa una visita oculistica la quale dice che….è tutto a posto (o per lo meno, tutto come al solito)!
Sintomi agli occhi come quelli che ho descritto sono raramente legati a problemi di competenza oculistica, perchè non hanno a che vedere con l’organo dell’occhio in sè e per sè.
Si tratta di sintomi che hanno molto più a che vedere con i disturbi cervicali e con gli stati di forte tensione del sistema nervoso.
Come abbiamo già visto, il tratto cervicale:
- è fortemente collegato a centri nervosi cerebrali, semplicemente perchè le vertebre cervicali sono vicine al cervello
- è una delle vittime principali degli stati di stress e tensione emotiva
Se sommiamo questi due fattori, è facile capire che chi soffre di questo tipo di disturbi abbia il sistema nervoso fortemente sollecitato: vuoi che sia l’infiammazione cervicale, vuoi che sia la tensione emotiva, o vuoi che siano entrambi… il sistema nervoso è comunque sotto stress.
Uno dei primi sintomi di quando “qualcosa non va” a livello del nostro cervello sono proprio i sintomi visivi.
Pensaci: quando ti alzi improvvisamente e manca per un attimo la circolazione cerebrale, non ti vengono i “lumini davanti agli occhi”?
E non è noto un po’ a tutti che chi ha una crisi di emicrania (quindi di fatto una infiammazione cerebrale) debba chiudersi in una stanza al buio, perchè ha fastidio alla luce?
Ecco perchè in chi soffre di disturbi cervicali sono così frequenti i sintomi visivi: sintomi che pian piano possono migliorare con una buona rieducazione dei muscoli.
Se i muscoli lavorano bene, il tratto cervicale cala drasticamente il suo stato di infiammazione: a quel punto, anche una cervicale “conciata” dal punto di vista vertebrale non darà più problemi.
Acufene: un potenziale sintomo cervicale?
Tempo fa ho svolto una ricerca interna sui miei utenti, attraverso un semplice sondaggio.
La domanda era rivolta a chi soffre di acufene, ovvero di qualche forma di fischio all’orecchio, ed era: “Ti sembra che il tuo acufene sia in qualche modo legato a disturbi cervicali”?
Il risultato di questo sondaggio potrebbe non piacere, dato che:
- il 45% ha risposto di si, ma che alla fine NON sono riusciti a migliorare con cure cervicali
- solo il 10% ha risposto che li sente collegati e sono riusciti a migliorarli in qualche modo
Gli altri ovviamente non avvertono particolari correlazioni, ma anche qui solo il 10% è riuscito a migliorare un po’.
La sostanza è questa: un vero e proprio acufene è un sintomo complesso, che origina tra l’orecchio ed il sistema nervoso centrale.
Nessuno ha una precisa idea di cosa lo causi, e ad oggi non esiste una vera e propria cura risolutiva.
Molti lo sentono in qualche modo legato ai movimenti cervicali (leggi: il fischio cambia a seconda di che movimenti faccio con il collo), e da lì sono portati a pensare che i l problema sia legato alla cervicalgia.
In realtà, devi fare una considerazione molto banale: muovendo il collo muovi anche la testa, e di conseguenza sposti i fluidi all’interno dell’orecchio.
Se quest’ultimo ha problemi, ovviamente i sintomi cambieranno a seconda dei movimenti della testa.
Insomma, un vero e proprio acufene (ovvero rumore o fischio più o meno costante a livello dell’orecchio) è molto MENO collegato a problemi cervicali di quanto si pensi.
A volte capita di avvertire più che altro sensazioni di ovattamento temporaneo, o fastidi non ben definiti ma non dei veri e propri acufeni: in questo caso, è possibile che questi sintomi rientrino nel mondo dei sintomi “pseudo neurologici” del disturbo cervicale.
La conferma definitiva del collegamento?
Molto semplice: una buona rieducazione cervicale portata avanti per almeno 30-60 giorni.
Se c’è collegamento, il ridursi della tensione e infiammazione riduce in modo importante i sintomi all’orecchio.
Torcicollo e “attacco di cervicale”: quando il collo si infiamma all’improvviso
A chi non è mai capitato di svegliarsi con il collo bloccato da un lato, e di doversi muovere in blocco per ruotare la testa?
Si tratta di quel fenomeno definito “torcicollo”, che altro non è che una infiammazione forte ed improvvisa di alcune faccette articolari delle vertebre cervicali.
Può capitare a seguito di un sovraccarico, ma nella maggior parte dei casi non si riesce mai a capire che cosa lo abbia provocato.
Fortunatamente, si tratta di una infiammazione che regredisce spontaneamente nel giro di qualche giorno, o al massimo un paio di settimane.
Se il dolore persiste più a lungo, non si parla più di torcicollo (quindi di infiammazione temporanea) ma di infiammazione cronica.
Il torcicollo non richiede nessuna cura particolare, se non gli anti infiammatori in caso di dolore molto forte; al contrario, un dolore persistente nel tempo richiede un processo di rieducazione muscolare adeguato.
Molte persone con disturbi cervicali cronici non hanno come manifestazione il torcicollo, ma qualcosa che potremmo definire un “attacco di cervicale”: il termine è scientificamente quanto di più scorretto ci possa essere, ma pazienza!
In pratica, queste persone hanno una improvvisa comparsa o un improvviso aumento di quelli che spesso chiamo sintomi “pseudo neurologici” cervicali: sbandamenti, fastidio agli occhi, nausea, mal di testa…
Di fatto, si tratta dell’infiammazione acuta di un problema già esistente.
Ecco perchè in chi soffre di questo tipo di attacchi è importante lavorare “a monte”, non nel momento più acuto dei sintomi.
Una buona rieducazione fa si che le strutture lavorino bene, e che non ci sia il presupposto per l’attacco: questo è un approccio efficace, non il solo contenimento dei sintomi!
Vertigini cervicali e sbandamenti: il sintomo più odiato
Circa il 20% delle persone con disturbi cervicali accusa una sensazione di SBANDAMENTO E VERTIGINE, spesso molto invalidante.
Tipicamente chi ne soffre NON vede gli oggetti girare, ma si sente lui stesso sbandare, come se fosse sempre su una barca, oppure “leggermente ubriaco”.
La cosa particolare è molto spesso la persona che ne soffre NON ha dolore cervicale, tanto che spesso le cose non vengono neanche messe in correlazione.
Si tende quindi a dare la colpa all’ansia, o a qualche problema dell’orecchio interno (che poi non c’è quasi mai).
A volte la sensazione è legata a qualche movimento del collo, ma spesso è una costante, oppure si manifesta “a ondate”.
Questo sintomo è connesso al forte collegamento che c’è tra disturbo cervicale e sistema nervoso.
Prima di tutto il tratto cervicale è anatomicamente molto vicino a centri cerebrali importanti, come quelli del tronco dell’encefalo, che contiene anche centri dell’equilibrio.
Dall’altra parte, è anche vero che quando siamo sottoposti a situazioni di ansia e stress, i primi muscoli che si irrigidiscono sono quelli cervicali.
Ecco perchè il collegamento tra sensazione di sbandamento, disturbo cervicale e stati di ansia è così forte, al punto che spesso non si capisce “cosa causi cosa”.
In realtà, alla base di questo sintomo c’è sempre un mix di fattori, quindi la risposta alla domanda non c’è neppure.
È per questo che la cosa giusta da fare è un buon processo di rieducazione, che vada contemporaneamente a ridurre sia le problematiche cervicali sia la tensione accumulata in tutti i muscoli posturali.
Sintomi alle gambe: ernia cervicale, mielopatia o “semplice” infiammazione?
Alcune persone che soffrono di disturbi cervicali hanno anche sintomi a livello delle gambe: si tratta però di sintomi estremamente variabili, che non sempre sono connessi al problema.
I sintomi più preoccupanti sono quelli che possiamo definire “maggiori”, ovvero:
- vera e propria perdita di forza alle gambe. Parliamo di qualcosa che ci fa oggettivamente faticare a stare in piedi o a fare le scale
- vera e propria perdita di sensibilità
- sintomi alla vescica, come difficoltà a trattenere l’urina
In questi casi è possibile che i sintomi siano dovuti a compressione del midollo cervicale: in pratica, una parte di disco rotta (ernia cervicale) è entrata in profondità nel canale vertebrale, andando a toccare il midollo.
In questo caso si parla di mielopatia cervicale, condizione sicuramente da non sottovalutare, che spesso necessita un intervento chirurgico di decompressione.
Sono casi rari, ed in genere molto semplici da diagnosticare: i sintomi sono molto evidenti e l’elettromiografia segnala il danno di conduzione.
La maggior parte delle persone ha in realtà un senso di debolezza e pesantezza alle gambe, che però ad un osservatore esterno non appare particolarmente evidente.
In questo caso, più che il problema cervicale in sè e per sè, bisogna incolpare lo stato di infiammazione e irritazione diffusa che è caratteristico di queste persone.
Dato che un buon processo di rieducazione NON si occupa solo del singolo distretto (quello cervicale) ma di tutto il corpo e di tutta la postura, in casi come questi è ancora più importante “rimettere in sesto” i muscoli.
Protrusione cervicale: quali sintomi provoca davvero?
La protrusione cervicale è il riscontro più comune in assoluto nelle risonanze cervicali, e se ne può intuire la presenza anche dalle lastre.
Si parla di protrusione (o di discopatia, o ancora di bulging) quando il disco posto tra una vertebra e l’altra presenta una forma di compressione, e di conseguenza “spancia” in avanti, in direzione delle radici nervose o del midollo.
A livello cervicale, è molto comune la protrusione al disco C5-C6 oppure C6-C7.
Si ma..QUANTO comune? Qui sta il bello!
I dati parlano chiaro: se prendi 100 trentenni perfettamente sani e senza problemi cervicali, trovi protrusioni di vario tipo nel 70% dei casi.
E se prendi quelli che hanno problemi cervicali? Stessa cosa, la percentuale non cambia: protrusioni e altri problemi minori dei dischi sono presenti tanto nei sani quanto in chi ha sintomi.
Questo ci dice una semplice cosa: nella maggior parte dei casi, la protrusione è innocua, ed è un po’ l’equivalente dei “capelli bianchi”, ovvero una normale usura dei tessuti.
Il problema non è la protrusione in sè: tieni sempre presente che i tessuti sono resistenti e facilmente adattabili ad un po’ di compressione in più (ci mancherebbe).
I sintomi sono molto più legati allo stato di infiammazione generale di muscoli e vertebre che alla protrusione in sè, della quale non vale la pena di preoccuparsi.
Ottima notizia, dato che muscoli e vertebre…si possono rieducare!
Contrattura muscolare cervicale: il problema più comune
La contrattura dei muscoli cervicali è la manifestazione più comune in assoluto del problema, e colpisce sia chi ha grandi infiammazioni che chi ha minimi fastidi.
Questo perchè l’aumento di tensione dei muscoli è uno dei primissimi sistemi di difesa del corpo dall’infiammazione, ma anche una delle prime cose che succede quando la nostra postura va in difficoltà.
I muscoli che in assoluto si presentano più contratti sono il trapezio (ovvero il famoso “cordone a lato del collo”, i muscoli della nuca ed i muscoli delle scapole.
Non a caso, la sensazione di tensione e contrattura di questi muscoli:
- è uno dei primi sintomi che si avvertono
- è presente anche in chi non ha grandi problemi di dolore, ma ha molti di quelli che definisco sintomi “pseudo neurologici cervicali”
Notizia interessante: in realtà non esiste un modo per determinare se un muscolo è contratto o meno.
Quasi tutti i miei colleghi, quando visitano una persona, usano l’espressione “hai i muscoli molto contratti” (ed anch’io la uso per semplificare), ma in realtà non esiste un modo per misurare lo stato di contrattura dei muscoli.
Le sensazioni palpatorie sono in realtà quanto di più interpretabile ci possa essere: prendi 10 professionisti esperti allo stesso modo, e ti daranno 10 opinioni diverse.
È corretto quindi parlare di “contrattura e tensione muscolare” solo quando ci sono realmente dei SINTOMI avvertiti dalla persona.
Conclusione
Ecco terminata la mia lunga digressione sui più comuni sintomi legati al tratto cervicale.
Come hai visto, i sintomi del problema cervicale possono essere MOLTO diversi tra loro, e la differenza la fanno principalmente le cause alla base del disturbo.
Ho scritto questo articolo per aiutarti a comprendere meglio la tua situazione, e a non attribuire tutto a cose generiche (e che non ti aiutano) tipo “è colpa dell’umidità” o “è la postura che tengo“.
Il disturbo cervicale è sicuramente piuttosto complesso: possiamo dire tranquillamente che si tratta del disturbo più complesso e “articolato” della medicina muscolo scheletrica.
Tuttavia, migliorarlo non deve essere altrettanto complesso.
Anche se ti ho parlato di tante cause e sintomi cervicali diversi, il MIGLIORAMENTO DEL PROBLEMA passa sempre dalle stesse cose:
- esercizio mirato
- miglioramento dello stile di vita e dell’alimentazione
- migliore gestione della tensione nervosa
Nell’articolo hai trovato una serie di suggerimenti in ciascuno dei quadri che ho descritto.
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