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Come ho migliorato la cervicalgia da stress: il caso di Michele

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Marcello Chiapponi

Fisioterapista e trainer con oltre 20 anni di esperienza nonché fondatore di L'Altra Riabilitazione. Negli anni, i contenuti da me realizzati sono stati fruiti da oltre 1 milione di persone e il mio canale YouTube di settore ha ottenuto il traguardo dei 500 mila iscritti e delle 65 milioni di visualizzazioni.

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Il disturbo cervicale è sicuramente quello maggiormente legato agli aspetti di stress emotivo: quando andiamo in tensione o in ansia, i muscoli del collo e delle spalle sono infatti i primi ad irrigidirsi.

Il problema è che ad un certo punto causa ed effetto si mescolano tra di loro: anche se la partenza è stata uno stress emotivo, i muscoli possono diventare così rigidi da diventare un problema a sè stante.

Altre volte, come nel caso di cui parlerò in questo articolo, la causa sembrava proprio di tipo fisico (un trauma), ma in realtà il trauma ha solo svegliato una situazione di tensione emotiva sottostante.

Il caso di Michele è molto significativo perchè spiega bene tutti i collegamenti che ci possono essere tra disturbo cervicale e tensione nervosa, e come un buon lavoro di rieducazione possa migliorare la situazione fino a risolverla.

 

Indice

 

Il caso di Michele: una cervicalgia con sintomi “pseudo neurologici”

Iniziamo con un riassunto della situazione di Michele.

Riassunto

  1. Ha subito un trauma distorsivo del rachide cervicale nel 2015.
  2. Da allora, soffre di mal di testa quasi quotidiani, nonostante gli esami non mostrino anomalie.
  3. Sente blocchi nella zona tra le scapole e ha difficoltà a respirare profondamente, accompagnati da scricchiolii.
  4. I mal di testa sono quotidiani, con tensione nella zona suboccipitale e temporale.
  5. Soffre di bruxismo e l’uso di un bite ha portato a un miglioramento parziale.
  6. Prova una sensazione di annebbiamento costante, difficoltà di concentrazione e occasionali capogiri.
  7. Ha sperimentato svenimenti in tre occasioni.
  8. Nonostante vari trattamenti, come massaggi e fisioterapia, non ha riscontrato miglioramenti significativi.
  9. Dopo aver letto un articolo e aver eseguito alcuni esercizi, ha sperimentato un periodo di benessere di una settimana, in particolare rinforzando i muscoli posteriori del collo.
  10. Durante questa settimana di benessere, non ha avuto sintomi di un altro disturbo preesistente, caratterizzato da mal di testa con sintomi neurologici come brividi.

 

Testo del messaggio che mi ha mandato

“Il mio problema principale è nato in seguito ad un trauma distorsivo del rachide cervicale avvenuto nel 2015.

Da quel momento ad oggi ho avuto fastidi e mal di testa praticamente tutti i giorni, anche se gli esami (Radiografia e RM) non sembrano mostrare nulla di anomalo.

Con ‘fastidi’ intendo diverse cose. Per esempio, ho la costante sensazione di avere come dei blocchi, specialmente nella zona tra le scapole.

Faccio fatica a fare respiri profondi, perché mi sento bloccato e spesso quando respiro sento qualche rumore come scricchiolii; l’impressione è che non siano tanto le vertebre a fare rumore, ma la giuntura tra le costole e le vertebre.

In generale, sento molta tensione nella zona suboccipitale ed anche temporale e c’è poco che io possa fare per alleviarla.

Va detto che soffro di bruxismo e che usare un bite ha migliorato questo aspetto, anche se tutt’ora rimane l’aspetto più invalidante di tutti.

Provo una sensazione di annebbiamento quasi perenne, che mi rende molto difficile concentrarmi e talvolta anche dei capogiri.

Ogni tanto ho come la sensazione di stare per svenire, ed in 3 occasioni sono svenuto davvero; questo sintomo sembra sparito recentemente.

Negli anni ho provato a fare massaggi e fisioterapia in diversi posti, ma con scarsi miglioramenti a breve termine. In generale ho l’impressione che i dottori mi prendano poco sul serio per il fatto che gli esami fatti non sembrano mostrare danni veri e propri.

Questa situazione ha condizionato molto la mia vita.

Questo sito mi ha ridato molte speranze, dato che eseguendo alcuni piccoli esercizi letti in un articolo, non ho avuto fastidi di nessun tipo per circa una settimana.

L’esercizio che mi ha dato più beneficio serviva a rinforzare i muscoli posteriori del collo; di solito facevo solo stretching di questi muscoli durante le sedute di fisioterapia.

Quando mi svegliavo la mattina, ero molto più riposato e sentivo che non avevo stretto i denti la notte (sentivo i muscoli temporali molto più rilassati e riuscivo ad aprire la bocca in maniera molto più del solito senza sforzo), al punto che una notte ho dormito anche senza bite.

La cosa interessante è che durante questa settimana, non ho avuto nemmeno sintomi di un altro disturbo che avevo sin da prima dell’incidente (che sia causato dal bruxismo?): si tratta di mal di testa abbastanza particolari con alcuni sintomi neurologici, tipo brividi.”

 

Il problema della cervicalgia non è solo il trauma o le vertebre

cervicalgia da stress

Michele ha usufruito del mio servizio di consulenza a distanza, quindi ho potuto parlarci direttamente e ricostruire la storia nel dettaglio.

Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, anche a distanza si possono impostare piani di miglioramento di assoluto successo, dato che con l’intervista e con i nostri video-test si riescono a prendere tutti i dati che servono: se ti interessa, clicca QUI per mandarci il tuo caso.

Già dal racconto era evidente, ma parlandoci direttamente mi sono reso conto che il colpo di frusta (il trauma) non poteva essere l’unica causa di così tanti sintomi, dato che:

  • un trauma cervicale, come tutti i traumi, ha come sintomi primari il dolore e la difficoltà di movimento
  • il suo è stato un trauma lieve, avvenuto oramai nel 2015, quando lui aveva neanche 20 anni
  • c’erano alcuni sintomi che aveva anche prima dell’incidente (parliamo quindi di quando aveva 18 anni)

Insomma, c’erano tutti gli elementi che mi facevano pensare che il trauma avesse avuto comunque un certo impatto, ma che sotto ci fosse già una situazione di tensione muscolare causata da quello che possiamo definire “stress nervoso”.

In particolare, mi raccontava che anche prima dell’incidente (e parliamo quindi di un ragazzo di 17 anni), la sua zona cervicale era molto sensibile, al punto che doveva stare attento al famoso “non uscire con i capelli bagnati”, pena un bel mal di testa.

In più, come hai potuto leggere, mi ha raccontato una serie di sintomi che vanno ben oltre quelli che ti aspetti da un trauma cervicale: difficoltà respiratorie, “blocchi” del torace, svenimenti.

Nel caso di Michele, il tratto cervicale era già una zona in sofferenza a causa della tensione emotiva: il trauma, che peraltro non è stato certo devastante, ha “messo in subbuglio” una zona che era già delicata di suo.

 

Il piano riabilitativo per migliorare la cervicalgia da stress e i sintomi pseudo-neurologici

In questi casi l’approccio deve essere diverso rispetto a quello di una cervicalgia dove il problema è solo e soltanto il trauma.

Quando alla base c’è sotto una situazione di tensione emotiva e nervosa evidente, quello che vogliamo è:

  • rieducare in modo dolce e progressivo i muscoli cervicali (fin qui nulla di strano), ma anche…
  • rieducare e ridurre la tensione nei muscoli respiratori
  • ridurre la tensione in tutti i muscoli posturali, e anche…
  • … usare tecniche che permettano di rilassare il sistema nervoso

Detto in parole povere: se il problema è solo il collo si lavora solo sui muscoli cervicali, ma se il problema è “globale” occorre ridurre quante più tensioni possibili.

E così, il piano di Michele è iniziato da un lavoro di rinforzo dei muscoli cervicali, ma fin da subito ho iniziato a proporgli delle routine di stretching e mobilità che coinvolgono tutto il corpo.

Tensione dopo tensione, Michele ha “sbloccato” tutte le rigidità che aveva accumulato in questi anni, e che con il trauma c’entravano ben poco.

Così facendo, la situazione ha iniziato ad evolversi positivamente già dai primi 15 giorni.

 

Come è proseguito il caso di Michele

Abbiamo continuato ad aggiornare il programma di lavoro per circa 3 mesi.

Di mano in mano, abbiamo ridotto il lavoro specifico sui muscoli cervicali, e abbiamo aumentato sempre di più il lavoro “generale”, con lo scopo appunto di allentare tutte le tensioni che aveva accumulato in questi anni.

Il risultato è che a 3 mesi Michele sta decisamente, ma DECISAMENTE meglio.

La maggior parte dei sintomi che avvertiva è sparita, oppure è diventata un “eco” lontano.

Ovviamente, come gli ho detto fin da subito, una situazione come la sua ha bisogno di continuare il lavoro sul suo corpo ancora a lungo, affinchè la situazione si stabilizzi.

Un conto è farsi male per una distorsione alla caviglia: guarito il trauma, dopo 1-2-3 mesi la situazione è stabilizzata, e se non c’è un nuovo trauma continuerà così.

Un conto è invece, come in questo caso, avere a che fare con tensioni e rigidità legate agli aspetti emotivi, che rimangono con noi 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.

Ecco perchè anche quando la situazione è migliorata in modo evidente, è sempre importante continuare a dare “input positivi” ai nostri muscoli, dato che di loro ricevono un sacco di “input negativi” dalla tensione nervosa.

 

Conclusione

Più il problema sembra essere “diffuso”, più è probabile che il tratto cervicale sia più una vittima che una causa.

Quando il problema è diffuso, è molto probabile che alla base ci siano situazioni di tensione emotiva di vario genere: di conseguenza, l’approccio deve essere ATTIVO (esercizio) e riguardare TUTTI i muscoli.

A Michele erano state proposte solo terapie PASSIVE (massaggi, manipolazioni) e solo nell’area cervicale: logico che non avesse trovato grandi benefici.

Se ti riconosci in questo caso, ecco come anche tu puoi usufruire delle mie metodologie sui disturbi cervicali:

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Marcello Chiapponi

Marcello Chiapponi

Ciao, sono Marcello Chiapponi, fisioterapista e personal trainer, responsabile del sito.

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