Se hai cronicamente dolore ad una articolazione dovuto a problemi cartilaginei (ad esempio, il ginocchio), oppure una tendinite (es. l’epicondilite o gomito del tennista), o ancora un problema in qualche parte della colonna vertebrale, aspetta prima di dire che quel problema sia irrisolvibile.
Ho chiamato la tecnica che ti sto per illustrare “a monte e a valle”, ed è decisamente efficace in moltissimi casi.
Questa tecnica ti permetterà di eliminare o ridurre al minimo i dolori cronici sfruttando un principio molto semplice, che vado subito ad illustrarti.
Prima di iniziare: se hai più di 2-3 sintomi (anche non specifici) che ti piacerebbe risolvere, iscriviti alla mia newsletter e fai gratuitamente il test di autovalutazione.
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La causa del problema non è quasi mai dove questo si manifesta
Se ti sei mai rotto un osso, o se conosci qualcuno a cui è toccata questa sventura, avrai notato che spessissimo non si ingessa soltanto l’articolazione fratturata, ma anche quella a monte e/o quella a valle.
Perchè fanno questo? Semplice: in alcuni casi, con il movimento dell’articolazione vicina, potresti muovere quella rotta e sollecitarla eccessivamente.
Ad esempio, se ti rompi il gomito (oppure in prossimità del gomito), è facile che ingessino anche il polso, perchè muovendo il polso potresti sollecitare il gomito.
Il nocciolo della questione è: le articolazioni non si muovono in maniera indipendente, ma si influenzano a vicenda, sopratutto quelle vicine.
Questo rapporto è molto forte, ed ha un pro ed un contro.
Contro: puoi sviluppare dolore in un punto, ma il problema può essere da un’altra parte.
Succede davvero spesso: metti ti avere rotto il gomito, e che questo gomito una volta guarito non si estenda più al 100%, ma al 90%.
Quel 10% di mobilità che manca, il corpo cercherà di “recuperarlo”, chiedendolo in prestito…al polso!
La maggiore mobilità richiesta al polso potrebbe causargli problemi, che probabilmente avvertirai dopo anni, quando non penserai più al gomito perchè oramai “è guarito”.
Pro: se hai sviluppato un dolore cronico in un punto e hai provato tutte le terapie disponibili, probabilmente non hai ancora provato a lavorare sulle zone vicine, quindi hai ancora speranza di miglioramento.
La tecnica “a monte e a valle”
A questo punto, spiegare la tecnica diventa semplice.
La sostanza è: cerca di ottenere il massimo della mobilità articolare nell’articolazione a monte ed in quella a valle rispetto a quella che ti dà problemi (stesso discorso vale per la colonna).
Si ma…cosa significa ottenere il massimo della mobilità articolare?
Semplicemente, significa avere tutti i muscoli che lavorano sull’articolazione nella condizione di minor rigidità possibile: insomma, devono essere belli “stretchati”.
In pratica dovrai
#1 individuare le articolazioni o il tratto di colonna sui quali lavorare (lo vediamo tra un attimo)
#2 individuare esercizi di stretching per i muscoli che lavorano su quelle articolazioni, e portarli avanti per un periodo di tempo ragionevole, vale a dire almeno un mese
SI, perchè ai muscoli ed alle articolazioni devi dare tempo.
In quanto tempo si può risolvere un dolore articolare o un mal di schiena
Sono un amante dell’attività fisica, e nonostante abbia diverse competenze a riguardo, spesso faccio preparare i miei allenamenti da una terza persona.
Recentemente mi sono appassionato ad una disciplina, il calisthenics, che richiede una grande mobilità delle articolazioni.
L’altro giorno il mio istruttore mi dice:
“Guarda Marcello, per fare bene questo esercizio, dovresti avere una muscolatura più flessibile, diciamo abbastanza flessibile da fare questo”
Io l’ho guardato come guarderesti lo sbarco degli alieni sopra la tua testa, ma lui bello sicuro mi fa:
“Ma certo che ci puoi arrivare, dai test che ti ho fatto ci dovresti mettere circa 2 anni / 2 anni e mezzo”.
Sinceramente: non avevo mai ragionato su tempistiche così lunghe, mentre gli atleti che si allenano per una vita si spingono ben oltre i nostri limiti del “faccio esercizio finchè non mi è passato il dolore”.
Ti ho raccontato questo esempio per farti capire che recuperare flessibilità alle articolazioni può richiedere molto tempo, quindi per giudicare se la tecnica ha funzionato o meno, devi far passare almeno un mese.
Quanto proseguire lo dovrai poi vedere a seconda di come si comportano i tuoi sintomi, ma come regola generale terrei: prosegui fino a quando la mobilità continua a migliorare significativamente.
Ora, un piccolo schema delle articolazioni sulle quali lavorare, a seconda del tuo punto di dolore.
Su quali articolazioni dovrai lavorare
Ok, ora che hai capito i principi, vediamo la pratica.
Ti illustrerò su quali articolazioni dovrai lavorare a seconda dell’obiettivo; gli esercizi per ciascuna articolazione li potrai trovare alla pagina “che disturbi avverti?”, oppure con una ricerca in rete, cercando ad esempio “esercizi di stretching spalla”.
Se ti fa male la caviglia, lavorare “a valle”, cioè sul piede, è un po’ difficile, quindi concentra i tuoi sforzi sul ginocchio.
Se ti fa male il ginocchio, dovrai lavorare sulla mobilità della caviglia e dell’anca.
Se ti fa male l’anca, dovrai lavorare sulla mobilità del ginocchio e su quella della colonna lombare.
Se hai dolore lombare (bassa schiena), dovrai lavorare sulla mobilità dell’anca e del tratto dorsale.
Se hai dolore dorsale, lavorerai sulla mobilità della colonna lombare e sul tratto cervicale.
Se hai dolore cervicale, lavorerai sul tratto dorsale e….sul tratto cervicale la situazione è un po’ complessa. Se il tratto cervicale è il tuo problema, ti invito a scaricare il mio manuale gratuito “Sintomi della cervicale SVELATI”
Se hai dolore alla spalla, lavora sulla mobilità del collo e del gomito.
Se il problema è il gomito, lavorerai su spalla e polso, mentre se il problema è il polso vale lo stesso discorso per la caviglia: ti conviene concentrarti solo sul gomito.
Conclusione
La tecnica del “a monte e a valle” è sorprendentemente efficace anche su problemi cronicizzati da anni, perchè risveglia un potente meccanismo causa-effetto.
L’unica cosa che ti è richiesta è un po’ di pazienza, perchè per definizione non può avere una efficacia immediata, come potrebbe essere nel caso di un esercizio che distenda direttamente l’articolazione che ti fa male.
Quando ho iniziato autonomamente ad allenarmi con il calisthenics, ho sviluppato un piccolo sovraccarico al gomito, niente che mi preoccupasse particolarmente.
Ci ho fatto un po’ di lavoro specifico, giusto perchè non posso mica permettermi IO di avere un problema articolare no?
A dire la verità, gli esercizi sul gomito che ho pensato per me stesso non mi hanno dato che piccole soddisfazioni.
Con la scheda del mio allenatore ho dovuto lavorare anche sulla mobilità delle spalle, che erano decisamente più rigide del previsto: dopo 4 sessioni di mobilità delle spalle, il dolore al gomito si era già dimezzato.
Un risultato molto più significativo degli sforzi che avevo fatto fino a quel momento, che evidentemente non erano mirati nel punto giusto.
Buon lavoro!
Marcello