La fibromialgia è una patologia caratterizzata da molti segni e sintomi, oggetto di tantissimi dibattiti: il sintomo principale della fibromialgia è il dolore diffuso, ma questo si accompagna spesso a bruciori, formicolii, sensazione di stanchezza, debolezza alle gambe e anche problemi intestinali.
La fibromialgia è un problema oggetto di tantissimi dibattiti, tant’è che nel mondo dei professionisti ognuno può dare la sua interpretazione, e addirittura c’è qualcuno che sostiene che… non esista!
Questo dibattito nasce dal fatto che, come vedremo, non esistono degli esami che diano certezza di questa problematica, che ha manifestazioni molto diverse da caso a caso.
Tuttavia, è possibile avere un approccio oggettivo e pratico al problema: in questo articolo illustrerò i 3 veri sintomi più critici della fibromialgia, che non lasciano dubbi su come approcciarsi al problema.
Se ti ritroverai nella descrizione di questi 3 sintomi, saprai che il tuo approccio al problema deve essere di un certo tipo, che ovviamente andremo a vedere.
Importante: leggi bene tutto l’articolo, non andare subito alla descrizione dei sintomi!
PS: se hai una diagnosi di fibromialgia, o se comunque soffri di dolori diffusi, il principale strumento per migliorare è senza dubbio l’esercizio mirato.
Per questo ti invito fin da subito ad accedere alle lezioni di PROVA GRATUITA del mio corso online “Speciale Fibromialgia”, pensato proprio per chi ha problemi di dolore diffuso.
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Indice
- Che cos’è la fibromialgia, ovvero uno dei problemi più dibattuti
- I sintomi della fibromialgia (secondo la medicina)
- Cos’è davvero la fibromialgia e quali sono i 3 VERI sintomi più importanti
- Come si cura la fibromialgia: approccio pratico e realistico
- Speciale fibromialgia: il programma di attività fisica per chi ha sindrome fibromialgica e dolore diffuso
Che cos’è la fibromialgia, ovvero uno dei problemi più dibattuti
Da definizione “medica”, la fibromialgia è una patologia caratterizzata da dolore diffuso, che cambia spesso di giorno in giorno, e dalla presenza di molteplici punti dolenti al tatto “tender points”.
Non si tratta di una problematica infiammatoria (i marker sono sempre nella norma), tantomeno di una patologia autoimmune: per questo viene spesso definita “malattia invisibile”.
È proprio qui che nascono il dibattito, la varie interpretazioni, e anche le incomprensioni tra medici e pazienti.
Non essendo possibile una diagnosi certa, e non essendoci vere patologie organiche, spesso il paziente si sente un po’ trattato come un “malato immaginario”.
Ed essendoci così tante possibilità di interpretazione, questo lascia spazio a varie correnti di pensiero anche nel mondo medico: qualcuno dice che “è la diagnosi che si fa quando non si sa cosa dire”, altri propongono le loro teorie sull’origine…
La situazione è in effetti complessa, ed il modo in cui si fa la diagnosi lascia spazio a tantissimi (e legittimi) dubbi.
Secondo i criteri ufficiali, si può fare diagnosi di fibromialgia quando si trova:
- dolore diffuso della durata di almeno 3 mesi
- presenza di dolore alla palpazione di almeno 11 punti (tender points)
È ovvio che siano criteri diagnostici che lasciano molto, molto spazio alla fantasia.
La palpazione dei tender points, che dovrebbe essere uno dei criteri di diagnosi, è poi la cosa più “divertente” (in senso ironico) che si possa immaginare, perché ovviamente ognuno la interpreta in modo diverso.
Non stupisce quindi che intorno alla diagnosi di fibromialgia ci sia confusione ed incomprensione tra medici e pazienti.
Dopo più di 20 anni di esperienza clinica, posso però darti una interpretazione estremamente pratica e oggettiva della situazione, che ti sia utile a migliorare.
Continua la lettura, te ne parlerò nei prossimi paragrafi.
I sintomi della fibromialgia (secondo la medicina)
Secondo le definizioni mediche ufficiali, ci sono diversi sintomi che si accompagnano alla diagnosi di fibromialgia: in realtà, si tratta di molti meno sintomi rispetto a quanti le persone ne avvertano.
I principali sintomi della fibromialgia sono:
- dolore diffuso, in diverse aree del corpo
- dolori che vagano da una articolazione all’altra
- assenza di infiammazione o patologie vere e proprie
- stanchezza cronica
- formicolii e altre sensazioni cutanee
- concomitanza di problematiche intestinali
Si tratta in realtà di sintomi che possono essere comuni anche a molte altre problematiche, come ad esempio le problematiche autoimmuni come l’artrite.
Ma anche senza scomodare le patologie più complesse, sappiamo che ogni volta che lo stato infiammatorio del nostro corpo aumenta, i sintomi sono simili a quelli che ho appena citato.
Pensa soltanto al più comune degli stati infiammatori, ovvero la febbre: i sintomi non sono forse sovrapponibili?
Trattandosi di sintomi “vaghi” ed essendo effettivamente una diagnosi “di esclusione”, è normale che a qualcuno possa venire più di qualche dubbio.
In realtà ti dico: la problematica “fibromialgia” esiste eccome.
Io preferisco il termine di “sindromi fibromialgiche”, perché si tratta di situazioni potenzialmente molto diverse tra loro.
Le sindromi fibromialgiche sono problemi non semplici da gestire: necessitano tanta pazienza ed un approccio specifico.
Nel prossimo paragrafo vediamo quali sono gli inequivocabili segni che fanno pensare ad una sindrome fibromialgica, con tutte le conseguenze del caso.
Cos’è davvero la fibromialgia e quali sono i 3 VERI sintomi più importanti
La fibromialgia, o meglio le “sindromi fibromialgiche” come le ho definite, è effettivamente un problema caratterizzato da dolore diffuso.
Il sistema più coinvolto in assoluto nella problematica è il sistema nervoso, ovvero la nostra rete elettrica che parte dal cervello (centralina) e arriva in periferia tramite i cavi (nervi).
Nella persona con fibromialgia abbiamo:
- una centralina in “corto circuito”, che interpreta male i segnali, e che segnala irritazione dove in realtà i tessuti sono sani
- una rete elettrica che probabilmente trasmette in modo imperfetto (qualcuno ipotizza infatti un problema delle terminazioni nervose)
Non è una malattia neurologica, ma è corretto interpretarla come una sorta di “corto circuito” nel sistema di trasmissione e ricezione del dolore.
Non sappiamo PERCHÈ questo avvenga, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che sia così.
Moltissime persone che ne soffrono hanno notato una importante correlazione con gli stati di tensione emotiva, che a tutti gli effetti “consumano” il sistema nervoso e rischiano di mandarlo in tilt.
Ma quali sono i veri sintomi che ci dicono che questo “corto circuito” è avvenuto?
Nella mia esperienza, posso dirti che ci sono 3 sintomi inequivocabili, ovvero:
- il dolore diffuso “non logico”
- i bruciori ed i dolori cutanei
- la non risposta alle terapie
Vediamo qualche dettaglio in più su ognuno.
#1 Dolore diffuso “non logico”
Quando ci si fa male ad una articolazione, o quando si infiamma la colonna vertebrale, abbiamo una logica ben precisa, ovvero:
- dolore in un preciso punto
- peggioramento con alcuni movimenti
- sintomo che permane nello stesso punto per un po’, e poi va diminuendo
Nella persona con sindrome fibromialgica, questa logica viene persa del tutto, in quanto abbiamo:
- dolore diffuso
- sintomi che possono sparire da un giorno all’altro, ma ricomparire da un’altra parte
- nessun preciso movimento che li peggiori
La perdita di questa “linearità” è proprio caratteristica del corto circuito di cui abbiamo parlato.
#2 Bruciori e dolori cutanei
Spesso mi capita di capire che mi trovo di fronte ad una sindrome fibromialgica già dai primi gesti che vedo fare alla persona.
In particolar modo, se la persona si tocca o si pizzica la pelle delle braccia e delle gambe, per indicarmi che ha spesso bruciore e dolore che arriva fino alla pelle….anche questo lascia pochi dubbi.
Il dolore “cutaneo” ed il bruciore non sono mai tipici dei classici problemi ortopedici, mentre lo sono per quanto riguarda queste sindromi.
#3 La non risposta alle terapie
Questo non è un vero e proprio sintomo, ma una caratteristica: tuttavia, è una delle caratteristiche più indicative.
Se il problema avesse una origine “soltanto” nella postura e nei movimenti della persona, questa risponderebbe bene alle varie terapie fisiche: massaggi, ginnastica, manipolazioni…
Al contrario, nelle sindromi fibromialgiche, il dolore…fa quello che vuole!
A volte va meglio dopo aver fatto qualcosa, ma la volta dopo risponde in modo completamente diverso allo stesso intervento.
Piuttosto frustrante per i terapisti, ma è così: inutile pensare di approcciare questo problema in modo “classico”.
Come si cura la fibromialgia: approccio pratico e realistico
Come prima cosa bisogna dire la verità: non esiste una vera e propria cura per le sindromi fibromialgiche.
Del resto, uno dei sintomi che ho definito come “inconfondibili” è proprio…la non risposta alle terapie!
Nonostante questo, bisogna dire che molte persone arrivano a stare anche molto meglio, spesso grazie a infinite prove ed errori.
A livello pratico, la terapia per le sindromi fibromialgiche si basa su:
- farmaci antidolorifici, che si cerca di assumere il meno possibile
- alimentazione bilanciata, che per molti è un aiuto
- movimento fisico
È proprio riguardo al movimento fisico che abbiamo le maggiori possibilità di intervento a lungo termine.
A tal proposito, posso dire con certezza che non ha nessun senso cercare di “rincorrere” i vari dolori, facendo di volta in volta esercizi specifici.
Per la persona con sindrome fibromialgica, l’ideale è fare:
- un’attività fisica “generale” (ad esempio la camminata), che le permetta di provare una moderata sensazione di stanchezza
- un’attività di ricondizionamento progressivo dei muscoli, tramite esercizi specifici
Riguardo alla attività “generale”, le regole sono:
- deve prima di tutto piacerti, ed essere qualcosa che fai volentieri
- deve essere fatta in modo da provare sensazioni di stanchezza lieve
La sensazione di stanchezza lieve riduce i sintomi fibromialgici: al contrario, se si esagera è facile che aumentino.
Per quanto riguarda invece l’esercizio di ricondizionamento specifico, leggi il prossimo paragrafo!
Speciale fibromialgia: il programma di attività fisica per chi ha sindrome fibromialgica e dolore diffuso
Come dicevo prima, non ha nessun senso “rincorrere” il problema facendo di volta in volta esercizi specifici per la parte che fa male in quel momento.
L’attività fisica in questi casi deve aiutare a riprendere confidenza con i propri muscoli e con le proprie articolazioni, andando così a ridurre il famoso “corto circuito” di cui abbiamo parlato.
Deve essere una attività molto progressiva, che comprenda:
- mobilizzazione di TUTTI i distretti corporei
- allungamento e riduzione della tensione di TUTTI i muscoli
- rinforzo progressivo di TUTTI i potenziali punti deboli muscolari
Insomma, serve un piano completo, che però sia organizzato in modo logico e progressivo.
Parlarne in questa sede sarebbe troppo complesso, quindi non posso non invitarti nuovamente ad accedere alla PROVA GRATUITA del mio corso online “Speciale Fibromialgia”.
Si tratta di un programma di attività fisica pensato specificamente per chi ha questo tipo di problema, e ovviamente rispetta in pieno le regole che ho indicato.
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Una risposta
Complimenti per come avete affrontato l’argomento Sono interessato ad approfondire