Con il problema di cui parlerò in questo articolo, un mio paziente si è preso un bello spavento, ed è pure finito in pronto soccorso, con qualche elettrodo attaccato addosso con una certa urgenza.
Del resto, l’insorgere improvviso di un dolore al braccio sinistro mette in allarme sia chi ne soffre sia il personale medico: certo, un infarto è poco probabile (ci sono ben altri sintomi) ma comunque non si sa mai.
Simulazioni dell’infarto a parte, la cervicobrachialgia è un problema che può arrivare ad essere davvero fastidioso, e a volte invalidante.
Quando è acuta, è come avere una sorta di “mal di denti” che parte dal collo e arriva al braccio: non di certo una cosa che ti mette di buon umore.
Alcune persone soffrono invece di una forma non particolarmente acuta, ma ricorrente durante certe attività o momenti della giornata/settimana: anche qui, una compagnia sicuramente sgradevole.
In questo articolo affronteremo il problema della cervicobrachialgia da tutti i punti di vista:
- ti spiegherò di cosa si tratta e perchè potresti soffrirne
- vedremo come si manifesta (ovvero i sintomi tipici)
- ti illustrerò esercizi e rimedi efficaci, per migliorare il problema da subito
Alla fine di questo articolo avrai tutte le informazioni che ti servono per affrontare con successo questo problema, che per quanto fastidioso, è risolvibile nella maggior parte dei casi.
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Indice dell’articolo
- Che cos’è la cervicobrachialgia e cosa ti serve sapere
- Quali sono le cause della cervicobrachialgia?
- Quali sono i 5 sintomi della cervicobrachialgia?
- Quanto tempo dura la cervicobrachialgia? Perchè a volte sembra non passare mai?
- A chi rivolgersi in caso di cervicobrachialgia e che esami fare?
- Come si cura la cervicobrachialgia? 3 esercizi molto utili
- Altre terapie e trattamenti: cosa funziona in questi casi?
- Come dormire quando si ha un problema di cervicobrachialgia?
- Conclusione: la cervicobrachialgia è un problema ostico, ma risolvibile nella maggior parte dei casi
Che cos’è la cervicobrachialgia e cosa ti serve sapere
Avere una cervicobrachialgia significa, in modo abbastanza intuitivo, avere dolore al tratto cervicale e al braccio, indifferentemente destro o sinistro.
Si tratta di un problema che parte essenzialmente dalla zona cervicale, che è il “cruccio” di tantissime persone.
Dal tratto cervicale partono una serie di “fili elettrici” che poi vanno in direzione del braccio: questi fili elettrici, che altro non sono che i nervi, servono a portare la corrente elettrica (è realmente così) in tutto l’arto superiore.
Nelle persone che soffrono di cervicobrachialgia, un problema alle strutture cervicali irrita uno o più nervi, e questo genera dolore in tutto il territorio di competenza di quel “filo elettrico”.
Un po’ come quando un problema ad un palo della luce fa andare via la corrente in tutto un quartiere: in questo caso la corrente continua a passare, ma il problema viene segnalato dal corpo come dolore e formicolio.
Ma cosa succede a livello delle tue strutture cervicali?
Quali sono i problemi del tratto cervicale che possono irritare i nervi ed innestare una cervicobrachialgia?
Te lo spiego subito: prima chiariamo chi sono i “nemici”, poi vedremo come affrontali
Quali sono le cause della cervicobrachialgia?
Abbiamo visto come la cervicobrachialgia sia un problema essenzialmente a partenza cervicale: alcuni problemi del tratto cervicale possono coinvolgere i nervi circostanti, che vanno all’arto superiore.
E fondamentalmente parliamo di due tipi di problemi:
- i problemi a dischi vertebrali
- le forti contratture muscolari
Da notare che spesso questi due problemi vanno a braccetto, giusto per farsi compagnia.
Problemi ai dischi vertebrali: l’ernia cervicale è la più comune causa di cervicobrachialgia
Tra una vertebra cervicale e l’altra ci sono dei dischi di materiale fibroso, ovvero i famosissimi dischi intervertebrali.
Questi dischi (in particolare quelli tra le vertebre C5-C6 e C7) vanno spessissimo incontro ad usura, ed alcune parti possono rompersi.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di un processo assolutamente normale, che avviene in assenza di sintomi.
In altri casi però, alcune parti del disco possono andare a colpire i nervi circostanti (i fili elettrici di cui parlavo prima): in questo caso si parla di ernia al disco, articolo che ho già trattato in un articolo dedicato all’ernia cervicale.
L’ernia cervicale è la più comune causa di cervicobrachialgia: nonostante l’idea di un pezzo di disco rotto che tocca un nervo non sia particolarmente confortante, è un problema ad evoluzione benigna nella maggior parte dei casi.
Nel tempo le ernie tendono a perdere di volume e ridurre la loro compressione e irritazione del nervo (a riguardo, guarda la video-intervista con il neurochirurgo Nicola Boari sulla evoluzione naturale dell’ernia discale).
Certamente la zona può restare un tuo “punto debole” ed andare incontro a più o meno frequenti irritazioni: in questo caso però, una buona rieducazione (che vedremo) è in grado di aiutare davvero tanto.
Problemi ai muscoli: alcuni muscoli possono farti credere di avere un’ernia cervicale
I nervi partono dalle vertebre, ed è lì che in genere si forma la maggior parte dei guai.
Nel loro percorso verso l’arto superiore, i nervi attraversano una serie di strutture e di muscoli.
Un gruppo di muscoli è particolarmente interessante, perchè il suo rapporto con i nervi è davvero forte.
Il passaggio dei nervi all’altezza di questi muscoli è così delicato che se i muscoli sono eccessivamente contratti, i nervi possono soffrire esattamente come in un problema vertebrale.
Sto parlando dei muscoli scaleni, tre muscoli della regione anteriore del collo.
Uno stato di eccessiva tensione dei muscoli scaleni può irritare i nervi e simulare una vera e propria ernia cervicale, con dolore al braccio e molto frequentemente sensazione di formicolio.
A volte questo problema ha delle cause anatomiche, e causa al braccio grossi problemi di sensibilità e forza: in questo caso si parla di sindrome dello stretto toracico, che però interessa una minoranza dei casi.
Per la maggior parte delle persone, si tratta di un “semplice” stato di contrattura, che infastidisce i nervi sottostanti.
Quali sono i 5 sintomi della cervicobrachialgia
La prossima cosa che ci interessa sapere sono sicuramente i sintomi della cervicobrachialgia: quali sono i “segnali” che possono farti pensare di avere questo problema?
Fondamentalmente, ci sono 5 sintomi abbastanza tipici: da notare però che ciascun caso è estremamente diverso.
Alcune persone hanno solo il dolore, altre soltanto il formicolio, altre ancora hanno una combinazione di tutti
#1 dolore diffuso al braccio
I due problemi cervicali di cui ho parlato colpiscono il nervo all’inizio del suo percorso verso il braccio.
Questo è il motivo per cui il dolore può essere diffuso in tutto il braccio, senza un percorso ben definito.
Del resto, se si rompe un cavo vicino alla centrale elettrica, il guasto interesserà un’area molto grande; se invece si rompe il palo dietro casa tua, sarete interessati solo tu ed i tuoi vicini.
Nella cervicobrachialgia i nervi sono irritati molto vicino al loro punto di partenza (il midollo spinale): ecco perchè chi ne soffre accusa dolori nell’area della spalla, del gomito e della mano, spesso non ben definibili.
#2 formicolio (parestesia), spesso anche di notte o al mattino
Uno dei primissimi sintomi di eccessiva compressione dei nervi è il formicolio, chiamato in termine tecnico parestesia.
Quando ti siedi con le gambe accavallate e ti viene il formicolio, è perchè hai compresso i nervi della gamba.
Trattandosi di una compressione di nervi, anche chi soffre di cervicobrachialgia accusa spesso il sintomo del “formicolio”.
Può essere un formicolio che appare di giorno durante certi movimenti o mantenendo certe posizioni (tipicamente con il mouse), ma non è raro che il problema appaia di notte o al risveglio.
#3 perdita di forza
Una delle principali funzioni dei nervi (i fili elettrici) è quella di portare la corrente ai muscoli, che la utilizzano per produrre forza.
Cosa succede se i nervi sono leggermente compressi? Ovvio, arriva un po’ meno corrente.
E cosa succede se ai muscoli arriva meno corrente? Altrettanto ovvio: riescono a produrre meno forza.
La perdita di forza è in genere un sintomo tipico della cervicobrachialgia: in seguito, la forza si normalizza anche se persiste il dolore.
Quando c’è una rapida e massiccia perdita di forza (raro), occorre rivolgersi quanto prima al medico.
#4 perdita di sensibilità
L’altra grande funzione dei nervi è il portare sensibilità, e in questo caso parliamo della sensibilità al braccio.
Di conseguenza, se uno o più nervi sono compressi, si può anche notare che in alcune aree la sensibilità è ridotta.
Questo non avviene molto di frequente: in genere anche chi ha forti cervicobrachialgie mantiene intatta la sensibilità.
#5 disestesie, ovvero sensazioni che non dovresti sentire
Come dicevo prima, i nervi servono (anche) a portare sensibilità: se i nervi sono compressi o irritati, puoi quindi avere meno sensibilità.
Può anche succedere il contrario, ovvero di avere TROPPA sensibilità.
Quando i nervi sono irritati, possono iniziare a “scaricare a vuoto”, e a farti avvertire sensazioni che non corrispondono a quello che sta succedendo.
Parlo di:
- sensazione di calore o bruciore
- sensazione di bagnato
- prurito
- dolore anche al tocco lieve
Quanto tempo dura la cervicobrachialgia? Perchè a volte sembra non passare mai?
Vorrei tanto avere la risposta a questa domanda, ma purtroppo non c’è una risposta sicura al 100%.
Le situazioni sono molto variabili di persona in persona, ad esempio:
- un dolore acuto da ernia cervicale può durare mesi, ma poi non ripresentarsi più
- un problema da contrattura muscolare può non essere particolarmente acuto, ma accompagnarti in modo costante per anni
In linea di massima, le situazioni di cervicobrachialgia legate ad ernie cervicali sono caratterizzate da una fase acuta, nella quale il dolore è molto forte e talvolta invalidante.
La durata di questa fase acuta è molto variabile, ma si parla sempre di settimane/mesi.
La finestra temporale della fase acuta di un’ernia cervicale parte da 2 settimane e arriva a 6 mesi.
In questa fase, si cerca fondamentalmente di contenere il dolore con i farmaci e con la rieducazione: solo una ristrettissima percentuale necessita un intervento chirurgico (leggi a riguardo la mia intervista al neurochirurgo Nicola Boari).
Dopo la fase acuta, il dolore può sparire completamente e non ripresentarsi, oppure mantenersi in una forma molto minore.
Nei problemi di cervicobrachialgia da contrattura muscolare in genere non si ha una fase super acuta, perchè non c’è un vero e proprio “momento di inizio” del problema.
A volte questo tipo di dolore sembra non passare mai, ed in effetti mi capita quotidianamente di vedere ed entrare in contatto con persone che ne soffrono da anni.
I motivi per cui una cervicobrachialgia può “cronicizzarsi” sono:
- in caso di ernia cervicale, il pezzo di disco “incriminato” continua a fare una grossa compressione
- se il problema è di natura muscolare, i muscoli non hanno trovato un migliore equilibrio
- i nervi hanno sofferto molto, e quindi continuano a “scaricare a vuoto”
In caso di cervicobrachialgia cronica, una buona rieducazione basata su appositi esercizi può aiutare davvero tanto: tra poco vediamo come!
A chi rivolgersi in caso di cervicobrachialgia e che esami fare?
Ovviamente, la prima persona a cui rivolgersi è “semplicemente” il tuo medico: per quanto tu possa pensare che il medico di base non abbia le competenze per aiutarti, lui è la prima persona con la quale parlare del problema.
Se c’è una situazione che è in qualche modo urgente o merita approfondimenti, sarà lui a dirtelo.
Per quanto riguarda i medici specialisti, in questo caso sono l’ortopedico ed il neurochirurgo.
Personalmente, se mi trovo di fronte ad un problema di cervicobrachialgia e voglio un consulto specialistico, mando la persona dal neurochirurgo.
Il motivo è semplice: quello che voglio sapere è se la persona fa parte di quel 2% che potrebbe necessitare di un intervento chirurgico.
Dato che è poco frequente che gli ortopedici si occupino di chirurgia vertebrale cervicale, mi rivolgo ad un neurochirurgo.
Gli esami che si fanno sono in genere 2:
- la risonanza magnetica
- l’elettromiografia
La risonanza serve per verificare la presenza o meno di ernie cervicali: a differenza della lastra, è infatti in grado di vedere i dischi vertebrali.
L’elettromiografia è un esame per verificare il passaggio della corrente a livello dei nervi: come ti dicevo, nella cervicobrachialgia i nervi cervicali sono frequentemente compressi (da un’ernia o dalla contrattura muscolare).
Come si cura la cervicobrachialgia? 3 esercizi molto utili
Ok, poniamo di aver già completato l’iter diagnositico e di avere ben chiaro il problema.
Ora quello che vogliamo fare è cercare di migliorarlo, giusto?
Ovviamente, per migliorare un problema di cervicobrachialgia e i sintomi a questa connesso si possono fare diverse cose.
Ogni professionista al quale tu possa pensare di rivolgerti ha una potenziale soluzione per il problema, e naturalmente una sua personale interpretazione.
Manipolazioni, massaggi, tecar, plantari… le possibilità e le possibili teorie sono infinite.
A me piace mantenermi semplice, perchè la vera efficacia è nella semplicità.
Di conseguenza, ti faccio due semplici considerazioni:
- ad oggi nessuna terapia fisica si è dimostrata particolarmente efficace o più efficace delle altre. L’esercizio mirato su base costante è il trattamento che garantisce i migliori riscontri a medio e lungo termine
- pensando al come nasce il problema (lo abbiamo visto prima), ha senso pensare che cercare di migliorare lo stato dei muscoli sia un approccio efficace
Ecco perchè ritengo particolarmente utile l’esercizio mirato: dati alla mano, è uno dei rimedi più efficaci, ed è perfettamente sensato ragionando sulle cause del problema.
Vediamo allora 3 esercizi che ritengo molto utili in caso di cervicobrachialgia: ti consiglio di eseguirli in modo cauto tutti i giorni.
PS: gli esercizi che vedi sono presi dal mio video corso Cervicale STOP!, una guida completa che contiene tutto ciò che ti serve per risolvere al meglio i fastidiosissimi disturbi cervicali.
Ti consiglio di registrarti gratuitamente alla prima parte: contiene informazioni, consigli ed esercizi molto utili: compila il modulo qui sotto!
Esercizio #1 (per fasi acute)
Definiamo “fase acuta” un momento il cui il dolore è particolarmente intenso, tale da limitare i movimenti o da essere presente anche a riposo.
In questo caso l’esercizio mirato rischia di non essere l’approccio migliore: le strutture sono infiammate e tutto ciò che chiedono è di riposare.
Nonostante ciò, si può tentare cautamente di alleggerire la tensione sui nervi con questo semplice esercizio, che non richiede grande movimento, e quindi è applicabile anche se c’è dolore abbastanza forte.
Esercizio #2: allungamento degli scaleni
Abbiamo visto come uno dei gruppi muscolari maggiormente interessati nel problema siano i muscoli scaleni, muscoli della parte anteriore del tratto cervicale.
Questi muscoli sono così importanti che a loro ho dedicato un video apposito, nel quale illustro anche alcuni esercizi.
L’esercizio che ci può essere utile lo trovi qui sotto: cliccando sul video partirà già al momento giusto.
Esercizio #3: allungamento del pettorale
Il gruppo dei pettorali, in particolare il piccolo pettorale, sono molto importanti negli equilibri cervicali.
In più, si tratta di un gruppo muscolare spesso molto contratto, e che possiamo cercare di “distendere” senza timore di irritare la parte cervicale.
Prova l’esercizio #1 nel video qui sotto.
Altre terapie e trattamenti: cosa funziona in questi casi?
Come dicevo prima, in realtà ci sono tantissime possibili opzioni per il trattamento della cervicobrachialgia e dei suoi sintomi.
Vediamo qualche esempio.
Fisioterapia
Il mondo della fisioterapia offre varie opzioni, ma fondamentalmente parliamo di:
- terapie fisiche come tecar, laser e ultrasuoni
- trattamenti manuali
- esercizi di rieducazione
Riguardo alle prime, non ne ho mai fatto uso, e dubito che cambierò idea in futuro a riguardo.
I motivi sono molto semplici:
- non ci sono reali prove di efficacia
- servono per lo più in fase acuta, che comunque regredisce spontaneamente
In più, nella mia pratica quotidiana non ho a che vedere con situazioni acute, quindi non ne ho mai preso in considerazione l’utilizzo.
Ciò non toglie che diversi colleghi le utilizzino con soddisfazione, e sicuramente su alcuni casi possono avere un buon effetto, per quanto temporaneo.
Per quanto riguarda le manipolazioni, il discorso è simile: qualsiasi tipo di manipolazione ha un effetto destinato ad essere temporaneo.
Può essere un aiuto, ma sicuramente non un aiuto a lungo termine (che però è quello che mi interessa costruire)
Cure farmacologiche
Naturalmente ci sono una serie di farmaci, prescritti dai medici, che si utilizzano nel trattamento della cervicobrachialgia.
Principalmente parliamo di farmaci anti infiammatori a vari gradi: dal semplice anti infiammatorio da banco fino all’intramuscolare tramite iniezione.
Una evoluzione ulteriore del trattamento farmacologico, in casi molto resistenti, sono le infiltrazioni epidurali, nelle quali l’anti infiammatorio viene iniettato proprio in prossimità delle strutture vertebrali.
Sempre a scopo anti infiammatorio si usa da diverso tempo l’ozono terapia, che consiste in una serie di piccole iniezioni a livello dei muscoli paravertebrali.
Cure naturali
Dove c’è la farmacologia, c’è ovviamente anche l’alternativa naturale: per ovvie ragioni, almeno sulla carta, le cure naturali non hanno la stessa “potenza” delle cure farmacologiche.
I più famosi anti infiammatori naturali sono l’arnica e l’artiglio del diavolo, disponibili in vari formati.
Abbiamo visto come nella cervicobrachialgia il dolore sia spesso portato dai nervi infiammati: per questo motivo, ha assolutamente senso l’integrazione di acido alfa lipoico, che ha dimostrato una buona utilità nel dolore da irritazione di nervo.
Quello qui sotto è uno dei prodotti più famosi:
Come dormire quando si ha un problema di cervicobrachialgia?
Questa è una delle domande che mi fanno più spesso, e anche qui mi tocca dire “magari avessi la risposta!”.
Purtroppo le situazioni sono molto variabili: tieni presente che anche anatomicamente siamo tutti diversi, quindi a parità di sintomo puoi avere qualcuno che sta meglio in una posizione, qualcuno che sta meglio in un’altra.
Partiamo da una semplice considerazione: la “partita” non te la giochi attorno alla posizione in cui dormi.
Se sei in uno stato di forte infiammazione, probabilmente ci saranno pochissime posizioni in cui non senti male: queste te le trovi facilmente da solo, non c’è bisogno che te lo dica io.
Se hai una cervicobrachialgia cronica, trovo difficile che tu riesca a dormire comodamente a pancia in giù: lo stiramento delle strutture cervicali sarà quasi sicuramente doloroso.
A questo punto ci rimane la posizione a pancia in su e sul fianco, le quali sono due valide opzioni.
In genere, le persone che hanno dolore al braccio sono più comode e meno irritate quando si addormentano tenendo il lato del dolore sotto.
Soprattutto nelle fasi acute, il cuscino non deve essere troppo morbido, ma neppure troppo duro.
Se hai un cuscino di durezza intermedia va più che bene, altrimenti considera un prodotto “normale” come questo:
Conclusione: la cervicobrachialgia è un problema ostico, ma risolvibile nella maggior parte dei casi
Ok, ora sai quali sono le cause alla base della cervicobrachialgia, come si manifesta e quali sono le caratteristiche.
Abbiamo visto una serie di rimedi e di esercizi mirati: ora non ti resta che passare all’azione.
Il tuo scopo è che di giorno in giorno i tuoi muscoli siano sempre meno contratti e sempre più efficienti.
Se questo avviene, noterai una riduzione dello stato di irritazione, e di conseguenza dei sintomi al braccio e al collo.
Una maggiore efficienza dei muscoli è la tua garanzia di salute a medio lungo termine, anche se ti hanno riscontrato problemi all’apparenza insormontabili come le ernie discali.
Nell’articolo hai trovato le basi per ricondizionare i tuoi muscoli, in relazione al problema della cervicobrachialgia.
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