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Legamento crociato anteriore: come si rompe e come si riabilita

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Marcello Chiapponi

Fisioterapista e trainer con oltre 20 anni di esperienza nonché fondatore di L'Altra Riabilitazione. Negli anni, i contenuti da me realizzati sono stati fruiti da oltre 1 milione di persone e il mio canale YouTube di settore ha ottenuto il traguardo dei 500 mila iscritti e delle 65 milioni di visualizzazioni.

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In questo articolo parliamo di un argomento estremamente “caldo” nell’ambiente sportivo, ovvero la rottura del legamento crociato anteriore.

Questo articolo non è però stato scritto da me (Marcello Chiapponi, fondatore di L’Altra Riabilitazione) ma dai miei validissimi colleghi di Fisioscience, che sono dei veri e propri esperti dell’argomento.

Parola a loro!

 

Rottura del legamento crociato anteriore: il grande incubo

Uno degli incubi maggiori (forse il più grande!) di tutti gli sportivi è sicuramente la rottura del legamento crociato anteriore (LCA).

Come mai c’è tutta questa paura riguardo il crociato?

Per un atleta, che vuole continuare ad esprimersi al meglio nel suo sport, una lesione del legamento crociato anteriore può portare ad una forte disabilità e ad un’assenza prolungata dalle competizioni sportive.

Oltretutto, dobbiamo considerare che… non finisce qui!

Nonostante al giorno d’oggi siano stati fatti dei passi da gigante nelle modalità di intervento e nella riabilitazione per la gestione del legamento crociato del ginocchio rotto, i tassi di re-infortunio sono ancora molto alti: pensate che solamente il 54-63% dei soggetti ritornano ai livelli di partecipazione sportiva pre-infortunio.

 

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    Rottura legamento crociato anteriore: meccanismi lesionali

    Come avviene la rottura del crociato del ginocchio?

    Dobbiamo prima di tutto fare una distinzione di 2 tipologie di meccanismi lesionali che si possono presentare: possiamo trovare delle lesioni da contatto, con il ginocchio solitamente in iperestensione (circa il 27% dei casi) e delle lesioni non da contatto, ovvero dove non ci sono forze esterne ad intervenire, ma è il movimento del soggetto a provocare la rottura del lca (73%).

    Le lesioni non da contatto abbiamo visto essere le più frequenti ed avvengono quando una forza valgizzante (una forza che spinge il ginocchio verso l’altra gamba) è associata alla flessione del ginocchio nello stesso momento in cui la tibia ruota internamente.

    Detta cosi può sembrare difficile da immaginare, ma vi sarà sicuramente capitato di vedere immagini del genere durante una partita di calcio: pensate ad esempio, quando un giocatore cambia velocemente direzione, ma il ginocchio va verso il lato interno e la punta del piede rimane orientata verso il lato opposto.

    Questa lesione infatti è tipica dei cambi di direzione, dove il momento valgizzante crea uno stress sul legamento crociato anteriore portando alla sua rottura.

     

     

    Ricostruzione legamento crociato anteriore: tipi di intervento

    Cosa faccio se ho una lesione totale del legamentocrociato anteriore?

    La scelta probabilmente più opportuna, soprattutto nella popolazione sportiva, è quella di sottoporsi all’intervento di ricostruzione del legamento LCA, ma ci sono diverse modalità in cui questo può avvenire e sono suddivise in base al sito di prelievo e al tipo di innesto utilizzato. Si dividono in:

    • Autograft: utilizza come innesto una porzione di tendine della persona
    • Allograft: utilizza un innesto tendineo da un donatore

    A volte si sente nominare il tendine del crociato o il tendine del legamento crociato, ci tengo a precisare che con l’innesto non si va a mettere un tendine al posto del legamento, si va a prendere un pezzetto del tendine che inserito correttamente va a facilitare la ricostruzione del legamento e a legare quella parte mancante.

    Solitamente, nei giovani e nelle persone con richieste sportive di un certo livello, la modalità privilegiata è l’autograft, il quale rispetto all’allograft presenta una maggiore stabilità articolare e un minor tasso di reinfortunio.

    Se andiamo a vedere invece i dati a breve termine, l’allograft è associato ad un minor dolore post-chirurgico.

    Solitamente gli autograft più utilizzati sono: il tendine rotuleo, il tendine del quadricipite e il tendine degli ischiocrurali. La differenza tra questi innesti è praticamente nulla in termine di stabilità e funzionalità anche a distanza di 15 anni.

    A livello di pura statistica, quello del tendine rotuleo sembra essere il più stabile.

     

     

    Riabilitazione legamento crociato anteriore

    La riabilitazione gioca un ruolo fondamentale per la corretta guarigione e per la graduale ripresa dell’attività sportiva del paziente sottoposto ad intervento di ricostruzione in seguito alla rottura del crociato anteriore.

    Non esiste, in modo assoluto, un protocollo o un approccio standardizzato che vada bene per tutti i pazienti, ma il trattamento deve essere cucito su misura per la singola persona, in base al livello di attività fisica che si vuole raggiungere, al dolore e alle capacità fisiche generali del soggetto.

    Per questo motivo, ti consiglio fortemente, di affidarti ad un fisioterapista qualificato e specializzato nella riabilitazione dei disordini muscolo-scheletrici.

    Solitamente la riabilitazione del crociato è suddivisa in diverse fasi, con il passaggio alla successiva determinato da specifici criteri e in seguito al raggiungimento di obiettivi intermedi.

    È basata prevalentemente su un programma di esercizi, che mirano a portare la persona ad un livello di attività sempre maggiore, ma in modo graduale, in modo da rendere la persona pronta alle nuove proposte di esercizio.

    Il processo di recupero funzionale può essere suddiviso in 3 fasi, tempo e obiettivo dipendenti: acuta-iniziale, intermedia e avanzata-finale (RTP).

    Nella fase acuta, appena dopo l’intervento, l’obiettivo del trattamento è quello di normalizzare e restaurare la mobilità di ginocchio sia in flessione che in estensione, di ridurre il dolore, eliminare il gonfiore, normalizzare il cammino e di iniziare a “costruire” i muscoli che sono stati debilitati dall’intervento.

    Passata questa fase, che solitamente dura circa 1 mese.

    Come vi ho accennato, il tempo non è il fattore che determina il passaggio da una fase all’altra, ma l’avanzamento alla fase intermedia avviene in seguito al recupero della completa estensione di ginocchio, dolore minimo, una flessione di almeno 120° e un’eliminazione del gonfiore.

    Se dovessimo fare una stima temporale, possiamo ipotizzare che ci possono volere 1-2 mesi per il raggiungimento di questa fase.

    Passando al secondo step, la fase intermedia, il lavoro si concentra sul rinforzo muscolare, sul miglioramento della qualità di movimento inserendo dei gesti più complessi ed infine sul fitness cardio-respiratorio.

    È importante infatti non trascurare la condizione fisica della persona, come possiamo pretendere che un soggetto torni a correre dopo 3 mesi che è stato fermo?

    Sarà sicuramente debilitato, con poco fiato, e necessiterà di riprendere gradualmente l’attività fisica.

    Per gli appassionati della corsa, solitamente dopo una rottura del crociato, si inizia ad introdurre la corsa dopo circa 3 mesi, sempre in modo graduale e proporzionato alla capacità del soggetto.

    Infine, l’ultimo step della riabilitazione, una volta raggiunti livelli di forza al pari dell’arto non operato, si può procedere con la ricostruzione di situazioni simili alla richiesta sportiva dell’atleta.

    Ad esempio, per un calciatore, si possono introdurre dei cambi di direzione con richieste di passare o tirare con la palla, cercando di ricreare la difficoltà che la partita di calcio richiede.

    Sarà molto importante in questa fase far prendere confidenza con il ginocchio all’atleta in tutti quei movimenti che lo sport richiedere, acquisendo sicurezza e proseguendo con l’allenamento.

     

     

    Tempi di recupero legamento crociato anteriore

    Non cadiamo nell’errore di prendere come riferimento i professionisti del mondo sportivo per i tempi di recupero dopo la rottura del crociato del ginocchio, non solo perché vengono sottoposti a regimi di riabilitazione intensivi, ma perché purtroppo, anche loro commettono degli errori.

    A volte si vedono giocatori rientrare dopo 6 mesi dall’infortunio, tempi che secondo la scienza sono troppo precoci per evitare il re-infortunio.

    È vero che dobbiamo considerare che in un ambiente di sport professionistico la necessità della squadra o del singolo, possono andare in conflitto con quello che sarebbe meglio dal punto di vista della condizione del ginocchio dell’atleta, ed è giusto tenere a mente anche questo aspetto quando si osserva il mondo dei professionisti.

    Come dicevo, I tempi di recupero in seguito a ricostruzione del legamento crociato anteriore sono più lunghi di 6 mesi, alla luce delle attuali prove presenti in letteratura scientifica.

    Sono infatti necessari 9-12 mesi per ridurre il rischio di re-infortunio dell’atleta, tuttavia il tempo non sembra essere un parametro sufficiente per decidere se il giocatore è pronto o meno a tornare in campo.

    Dobbiamo infatti considerare anche la forza, le capacità sport specifiche e la preparazione dal punto di vista psicologico dell’atleta, tuttavia prima di 9 mesi il rischio di un nuovo infortunio è molto elevato.

     

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      Conclusione

      Il crociato rimane uno dei più grandi nemici dello sportivo, tuttavia ad oggi abbiamo a disposizione diversi metodi chirurgici e riabilitativi per garantire un ritorno all’attività fisica dell’atleta.

      Poiché la riabilitazione gioca un ruolo chiave nel recupero del soggetto, ti consigliamo di rivolgerti ad un fisioterapista iscritto all’albo, in grado di aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi in termini di salute e performance.

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      Marcello Chiapponi

      Ciao, sono Marcello Chiapponi, fisioterapista e personal trainer, responsabile del sito.

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