Ecco i danni che l’ansia fa alla tua cervicale

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Marcello Chiapponi

Fisioterapista e trainer con oltre 20 anni di esperienza nonché fondatore di L'Altra Riabilitazione. Negli anni, i contenuti da me realizzati sono stati fruiti da oltre 1 milione di persone e il mio canale YouTube di settore ha ottenuto il traguardo dei 500 mila iscritti e delle 65 milioni di visualizzazioni.

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Data di creazione: 17 Maggio 2024

Data di aggiornamento: 17 Maggio 2024

 

È vero che l’ansia può avere un impatto molto negativo e “logorare” le strutture cervicali?

Assolutamente sì, più siamo ansiosi più il tratto cervicale si infiamma.

Ma addirittura, e questo non tutti lo sanno, è vero anche il contrario: spesso più si infiamma il tratto cervicale, più siamo ansiosi.

Insomma, un bel circolo vizioso dal quale non è facile uscire.

Il fatto che non sia facile non significa che sia impossibile, ma occorre essere ben coscienti del problema e sapere come muoversi.

Ecco perché in questo articolo vedremo:

Ognuno di questi punti è ugualmente importante, quindi assicurati di leggere tutto l’articolo!

 

PS: come capirai leggendo l’articolo, la chiave per la risoluzione di un disturbo cervicale e delle tensioni da stress è la rieducazione dei muscoli.

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    Quali danni fa l’ansia alle tue strutture cervicali

    Uno stato di ansia e stress persistente può avere un notevole impatto sulle strutture cervicali, fondamentalmente a causa di due meccanismi.

    #1 Aumento della tensione e contrattura muscolare

    Più siamo ansiosi, più aumenta la rigidità e la tensione dei muscoli, in particolar modo del trapezio. È esperienza quotidiana di tutti che più siamo stanchi più tende ad irrigidirsi il collo (illustrare aree).

    Un altro gruppo muscolare che sviluppa rigidità è quello dei muscoli anteriori, ovvero scaleno, sternocleido e platisma.

    Questo perché i muscoli anteriori sono muscoli molto “emotivi”: pensa soltanto al fatto che una delle prime cose che facciamo quando andiamo sotto stress è cambiare la nostra espressione facciale.

    I muscoli anteriori sono anche in forte collegamento con l’area mandibolare, che è un altro punto “nevralgico” di accumulo di stress: non si dice anche nel parlare comune che quando siamo in difficoltà dobbiamo….stringere i denti?

    Insomma, una delle prime cose che succede è l’aumento della tensione muscolare.

    #2 Infiammazione del tessuto nervoso

    Più siamo ansiosi, più aumenta la sensibilità del tessuto nervoso e dei centri cerebrali: è un po’ come se il nostro motore si “surriscaldasse”!

    In un certo senso, è anche corretto parlare di “infiammazione cerebrale” causata da stati di ansia prolungati.

    Visto che molti centri nervosi sono estremamente vicini al tratto cervicale, è ovvio che anche questo può diventare più sensibile come risposta.

    È lo stesso meccanismo che si può sperimentare durante una crisi di emicrania, che altro non è una infiammazione del tessuto nervoso.

    Se provi a toccare il collo di una persona durante la fase acuta di un’emicrania, le darai molto fastidio e probabilmente le aumenterai i sintomi: la stessa cosa fatta a crisi finita non provocherebbe invece nessun effetto.

     

    Ansia e cervicale

    Quali sono i sintomi

    Sappiamo che il disturbo cervicale è uno dei più complessi di tutta la medicina muscolo scheletrica: sicuramente è quello caratterizzato dalla maggiore quantità di sintomi!

    Ma quando la nostra cervicale è sotto il costante attacco di ansia e stress, ci sono dei sintomi particolari che ce lo dicono?

    Assolutamente sì!

    Se come sintomi hai “soltanto” un dolore localizzato in un punto preciso, magari che emerge con un preciso movimento, è POCO probabile che ansia e stress siano alla base del tuo disturbo.

    Quando abbiamo una componente emotiva che si somma a quella posturale, i sintomi vanno ben oltre il dolore e la rigidità, anzi a volte il dolore non c’è nemmeno.

    In caso di disturbo cervicale causato da ansia e stress prolungati abbiamo invece tutto il pacchetto dei sintomi “pseudo neurologici”, ovvero:

    Questo perché quando abbiamo un problema di questo tipo non abbiamo uno stato infiammatorio solo a livello di muscoli e vertebre, ma anche del sistema nervoso.

     

    Perché a volte è la cervicale che fa venire l’ansia

    Molte persone hanno la sensazione che siano le tensioni emotive a fargli venire problemi cervicali, ma a volte qualcuno ha più la sensazione contraria.

    C’è quindi un 30% della popolazione che ha la sensazione che sia il disturbo cervicale a provocargli ansia e agitazione, non il contrario.

    È possibile che l’infiammazione del tratto cervicale ci renda più ansiosi?

    Assolutamente sì, proprio perché i collegamenti nel corpo umano vanno sempre nei due sensi.

    È vero quindi che uno stato di ansia costante infiamma e irrigidisce il tratto cervicale ma….è vero anche il contrario!

    Essendo le prime vertebre cervicali molto vicine a centri cerebrali importanti (tronco dell’encefalo in primis), è assolutamente possibile che l’irritazione cervicale si “trasmetta” ai centri nervosi, e che questo produca un senso di ansia e agitazione.

    Questo dà frequentemente origine ad un ben noto circolo vizioso, nel quale non si sa se sia nato prima l’uovo o la gallina!

    Funziona più o meno così, può cambiare giusto il punto di partenza:

    • siamo sotto stress emotivo e ci agitiamo
    • irrigidiamo i muscoli e infiammiamo il tratto cervicale
    • questo fa irritare le strutture nervose e fa partire i sintomi
    • ci agitiamo a causa dei sintomi e ci irrigidiamo di più

     

    Come uscirne

    Qui è dove io vado controcorrente, perché a questo punto molti specialisti ti direbbero che serve una adeguata diagnosi ecc. ecc..

    Dopo 20 anni, migliaia di casi visti e decine di migliaia di casi persone che ogni giorno fanno riferimento ai miei contenuti online, ti dico tranquillamente che le cose che davvero servono sono un pazienza e costanza, ovviamente nell’applicare indicazioni sensate, come quelle che vedremo.

    Teoricamente la soluzione potrebbe essere diventare meno ansiosi, ma:

    • spesso non è possibile
    • spesso non è neanche particolarmente utile, perché oramai “i danni sono fatti”

    Se non si interviene attivamente sui muscoli, come vedremo tra poco, diventare meno ansiosi (tralasciando che spesso non si può) non è neanche utile più di tanto, perché oramai i meccanismi si sono innestati.

    È veramente difficile spiegare tutto in un unico articolo, quindi andrò a dare tutto quella che è una bella panoramica su quelle che sono le soluzioni.

    Se vorrai poi iniziare un approccio completo volto alla risoluzione dei tuoi disturbi da cervicale, ti invito fin da subito a provare GRATUITAMENTE il mio corso Cervicale STOP!, che negli ultimi anni ha aiutato migliaia di persone: basta compilare il modulo qui sotto!

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      Che cosa ti dobbiamo mandare?

       

      Fondamentalmente distinguiamo due tipi di situazioni:

      • le situazioni molto “acute”
      • le situazioni “standard”

      Le situazioni acute sono quelle in cui il tratto cervicale è davvero molto delicato, al limite dell’intoccabile.

      Per queste persone, qualsiasi primo spiffero d’aria, primo sforzo fisico o primo stress emotivo aumenta i sintomi.

      Queste le definisco situazioni acute. Come si gestiscono?

      In questi casi è meglio evitare di stimolare direttamente il tratto cervicale, poiché in queste circostanze, un approccio invasivo è spesso percepito dal corpo più come un attacco che come un beneficio, aggravando di frequente i sintomi.

      Quale approccio dovremmo adottare allora? È consigliabile dedicarsi a un’attività fisica generale. Ecco alcune opzioni:

      • Camminare, correre o andare in bicicletta: queste attività permettono di affaticarsi moderatamente, stimolando i meccanismi della fatica senza perturbare il tratto cervicale e contribuendo ad abbassare il tono del sistema nervoso.

      Inoltre, è essenziale integrare esercizi di respirazione nel regime terapeutico:

      • Esercizi di respirazione diaframmatica e toracica: mobilizzano i muscoli spesso tesi a causa dello stress emotivo.
      • Stretching e respirazione: agendo sul diaframma e sui muscoli respiratori, aiutano a allentare tensioni sia fisiche che emotive, gestendo efficacemente i nostri “depositi” emozionali.

      Nelle cosiddette situazioni standard, dove i sintomi persistono ma senza l’estrema delicatezza delle situazioni acute, il trattamento cambia leggermente ma in modo significativo:

      • Continuare con l’attività fisica: fondamentale per mantenere un buon tono generale.
      • Utilizzare la respirazione come strumento terapeutico: per mantenere il controllo delle tensioni.
      • Mobilità delle spalle e stretching: essenziali per alleviare la tensione muscolare.
      • Allenamento specifico per il tratto cervicale: cruciale per rendere i muscoli cervicali meno tesi e più efficienti.

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      Marcello Chiapponi

      Marcello Chiapponi

      Ciao, sono Marcello Chiapponi, fisioterapista e personal trainer, responsabile del sito.

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