DOLORE alla SPALLA: quando serve l’INTERVENTO CHIRURGICO (e come funziona)

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Marcello Chiapponi

Fisioterapista e trainer con oltre 20 anni di esperienza nonché fondatore di L'Altra Riabilitazione. Negli anni, i contenuti da me realizzati sono stati fruiti da oltre 1 milione di persone e il mio canale YouTube di settore ha ottenuto il traguardo dei 500 mila iscritti e delle 65 milioni di visualizzazioni.

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Nella mia “carriera fisioterapica” ho iniziato ben presto ad interessarmi al dolore alla spalla.

Il motivo è molto semplice: ho dovuto fare i conti con la prima tendinite al sovraspinoso ancor prima di compiere 20 anni.

Questa esperienza (tipica del ragazzo che si è fatto prendere la mano con gli allenamenti in palestra) mi ha portato ad approfondire molto l’argomento “riabilitazione del dolore alla spalla”.

Queste conoscenze mi sono po venute in aiuto quando ho scritto gli articoli sul dolore alla spalla qui su L’Altra Riabilitazione.it e quando ho girato la mia video guida “Dolore di spalla: la guida completa”.

In questo articolo vorrei fornire alcune informazioni importanti su un grande capitolo di tutto ciò che riguarda il dolore alla spalla, ovvero la CHIRURGIA.

La stragrande maggioranza dei problemi di dolore alla spalla NON necessita di un intervento chirurgico ma “soltanto” di un approccio di rieducazione e riabilitazione; tuttavia, in alcuni casi, la riabilitazione non basta, ed allora serve quel “qualcosa in più”.

In una persona che ha dolore alla spalla, parlare di chirurgia può fare nascere, oltre che un certo timore, una buona quantità di domande:

  • quali risultati aspettarmi?
  • come funziona il recupero e quali sono i tempi?
  • il mio problema è un buon candidato all’intervento?
  • c’è possibilità di evitare l’intervento?

Da fisioterapista, non posso rispondere al 100% a queste domande: potrei farlo se lavorassi nel reparto di riabilitazione di un ospedale dove si fanno prettamente interventi alla spalla (ma anche lì avrei una visione parziale).

La persona giusta per fornire informazioni corrette sulle operazioni chirurgiche nel dolore alla spalla è un chirurgo ortopedico, il quale:

  • visita le persone ed individua i potenziali “candidati”
  • interviene direttamente e controlla i risultati delle sue operazioni
  • controlla l’andamento anche di chi non è stato operato

Ecco allora che anche per questo articolo (come per quello sulle operazioni nel dolore al ginocchio), ho chiesto la collaborazione di un amico chirurgo: questa volta è toccato al dr. Claudio Gheduzzi, chirurgo ortopedico con il quale collaboro da tempo.

 

PS: trattandosi di un problema che, come scoprirai,  si risolve più attraverso l’esercizio che con la chirurgia, non posso non consigliarti il mio corso “Dolore di Spalla: la guida completa”, che negli ultimi anni ha aiutato (letteralmente) migliaia di persone.

Si tratta della mia metodica di rieducazione espressa sotto forma di video-corso, estremamente efficace e pratico.

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    Dr. Claudio Gheduzzi: un ottimo ortopedico della spalla (e non solo) a Piacenza

    Conosco il dr. Claudio Gheduzzi “indirettamente” da molto tempo, in quanto spesso e volentieri mi sono arrivate persone con sue prescrizioni, post operatorie e non.

    Di lui ho sempre apprezzato la grande disponibilità, l’approccio prudente e la grande competenza aggiornata sulla materia.

    Quando ho deciso di fare una serie di articoli-intervista, non ho avuto dubbi su a chi avrei chiesto informazioni sulla “quotidianità ortopedica della chirurgia di spalla”.

    Il dr. Gheduzzi riceve principalmente in provincia di Piacenza, ed opera poi in varie sedi: se hai bisogno dell’opinione di un chirurgo di fiducia, non posso fare altro che raccomandartelo.

    Puoi raggiungerlo tramite il suo sito, nel quale fornisce anche informazioni su tutte le sue attività.

    I prossimi paragrafi saranno quindi una sorta di “intervista” ad una persona che passa buona parte delle sue giornate con un camice chirurgico, e che conosce molto bene l’articolazione della spalla.

     

     

    Quali sono i più comuni problemi della spalla, e quali sono i potenziali “candidati” alla chirurgia

    Prima di tutto cerchiamo di fare una piccola panoramica di quelle che sono le principali strutture della spalla, di quali problemi hanno e quali di questi problemi sono a “rischio” chirurgico.

    Nella spalla abbiamo per la maggior parte problemi di tendini, ovvero delle parti finali dei muscoli, dove questi si attaccano all’osso.

    I tendini dei muscoli della spalla compongono la famosa “cuffia dei rotatori”, così chiamata perchè avvolge la testa dell’omero come fosse una cuffia.

    Nella maggior parte dei casi, i problemi delle spalle riguardano proprio i tendini, i quali possono:

    • infiammarsi
    • usurarsi
    • lesionarsi
    • rompersi

    Ci sono poi altre strutture simili ai tendini, che sono principalmente responsabili della stabilità della spalla: parliamo dei legamenti e del cercine glenoideo.

    Quando queste strutture sono lesionate, magari per ripetuti traumi, il rischio che la spalla “esca” lussandosi è molto maggiore.

    La maggior parte dei problemi ai tendini ed alle altre strutture NON necessita di un intervento chirurgico, ma si risolvono rieducando e riabilitandosi con esercizi appositi, magari facendosi inizialmente aiutare dai farmaci.

    Tuttavia, in alcuni casi sembra proprio che non ci sia nulla da fare: per quanto la persona cerchi di riabilitarsi, il dolore e la limitazione del movimento rimangono forti.

    Questo può succedere quando le lesioni sono molto estese, e quindi non basta cercare di rinforzare le strutture tramite il movimento.

    Ecco allora che arriva il chirurgo: ecco quindi cosa mi ha detto il dr. Gheduzzi sulla “ordinaria amministrazione nella chirurgia di spalla”.

     

     

    Quali sono le operazioni più comuni nel dolore alla spalla, quali riescono meglio e quali…”meno bene”

    Ogni professionista clinico ha ovviamente il suo “paziente ideale”: personalmente, ho sicuramente migliori aspettative su un ragazzo che mi porta una recente distorsione alla caviglia, piuttosto che su una novantenne che vorrebbe un aiuto su 10 dolori diversi in 10 zone differenti.

    La prima cosa che ho voluto sapere da Claudio è stata quindi quali siano gli interventi che effettua più di frequente, e quale sia il suo “paziente ideale”.

    Era facile immaginare la risposta: dato che la maggior parte dei problemi alla spalla riguardano i tendini, Claudio mi dice che gran parte della sua pratica clinica riguarda proprio le riparazioni tendinee.

    Purtroppo però, non tutte le riparazioni tendinee riescono allo stesso modo: vediamo perchè.

     

    Riparazioni tendinee post trauma

    In alcuni casi, uno dei tendini della spalla si lesiona o si rompe a causa di un trauma.

    Se questo avviene in una persona giovane, che aveva le strutture tendinee sane, abbiamo il paziente ideale del Dr. Gheduzzi.

    Il motivo è molto semplice: in questo caso si tratta di riparare una struttura che fino ad un attimo prima del trauma era sana.

    Molto diversa è la situazione in cui il tendine si rompe per un trauma apparentemente banale.

    In questo caso è molto probabile che il tendine fosse già usurato, e che il trauma abbia soltanto messo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

    Logicamente, riparare una lesione tendinea di questo genere conduce a risultati peggiori, perchè il chirurgo si trova a dover riparare una struttura già usurata e “sfilacciata”.

    Di conseguenza, quando si parla di riparazione per lesione dei tendini da trauma, a fare la differenza sono le condizioni precedenti al trauma stesso.

     

    Riparazioni tendinee senza trauma

    Purtroppo per il dr. Gheduzzi, il giovane che si rompe il tendine a causa di un trauma NON è l’eventualità più frequente che gli capita di vedere.

    La maggior parte delle persone con problemi e lesioni tendinee NON le hanno a causa di un trauma, ma a causa di:

    • microtraumi ripetuti
    • sovraccarichi
    • caratteristiche genetiche
    • semplice usura causata dal passare del tempo

    Per queste situazioni, so bene che Claudio cerca prima di tutto un approccio di tipo riabilitativo, che è poi quello di cui parlo nei miei articoli sul dolore alla spalla.

    In una buona maggioranza dei casi, grazie agli esercizi specifici e magari al supporto farmacologico, tendini e muscoli possono essere rinforzati al punto di ridurre la loro infiammazione e quindi il dolore.

    Quando la riabilitazione non è sufficiente, ecco che il passo successivo è rappresentato dalla riparazione chirurgica.

    E come va un intervento di riparazione chirurgica di un tendine “non traumatizzato”?

    La risposta del dr. Gheduzzi è semplice: anche qui, dipende dalle condizioni generali della spalla prima dell’intervento.

    Una spalla che presenta una buona mobilità ed una lesione tutto sommato “isolata”, ha ottime aspettative di tornare alla normalità dopo l’intervento.

    Molto diverso è il discorso per una persona con tendini molto degenerati ed una lunga storia di dolore e limitazione della mobilità: in questo caso, le aspettative sono ovviamente peggiori, anche se nella maggior parte dei casi si hanno comunque grandi miglioramenti.

    Del resto, è abbastanza intuitivo: non potendo mettere un “tendine di ricambio”, più è sana la struttura che ti trovi a dover cucire, meglio è.

     

    Riparazioni di altre strutture

    Una domanda che mi interessava particolarmente fare al dr. Gheduzzi riguarda la lesione del cercine glenoideo, la cosiddetta SLAP lesion.

    Mi interessava questo argomento perchè la lesione del cercine è relativamente frequente nei giovani sportivi.

    Nella mia esperienza, la lesione del cercine glenoideo è una di quelle situazioni nella quale con la riabilitazione si arriva fino ad un “tot”, ma non si riesce mai a liberarsi completamente del problema.

    Claudio mi ha confermato che la lesione del cercine glenoideo è una di quelle situazioni in cui spesso è necessario l’intervento chirurgico, in quanto il rinforzo delle strutture muscolari non riesce a “compensare” la lesione della struttura.

     

     

    Quali sono i tempi di recupero di un intervento chirurgico alla spalla e che risultati aspettarsi

    Una delle prime domande che si fa la persona a cui è stato prospettato un intervento chirurgico riguarda i tempi di recupero, e anche di questo ho voluto parlare con il dr. Gheduzzi.

    Per quanto riguarda i tempi di recupero di un qualsiasi intervento alla spalla, parliamo in ogni caso di mesi: trattandosi molto spesso di suture, occorre dare il tempo ai tessuti di “integrarsi” con queste suture, e ciò non avviene prima di alcune settimane.

    Passato un primo periodo di immobilità con il tutore, inizia il periodo di riabilitazione, che ha come scopo fondamentale:

    • recuperare il corretto movimento
    • migliorare e recuperare la forza dei muscoli

    Quanto tempo occorre perchè questo avvenga?

    Anche qui, la risposta è analoga alle precedenti, ovvero: dipende.

    Logicamente, un intervento nel quale si è cercato di riparare una grande lesione nel contesto di una spalla molto dolorosa e bloccata, richiederà un tempo abbastanza lungo.

    Viceversa, una persona che arriva all’intervento in buone condizioni di dolore e mobilità avrà aspettative di tempi molto più brevi.

    La mia personale esperienza, che oramai è basata su più di 15 anni di attività, è che un qualsiasi intervento chirurgico si giudica dopo 6 mesi, meglio dopo 1 anno.

    Intendiamoci: la maggior parte delle persone operate alla spalla riprende una buona funzionalità in 2-4 mesi, ma per esprimere un giudizio definitivo non aspetterei meno di 6-12 mesi.

    Naturalmente, anche i risultati dell’intervento dipendono dalle condizioni precedenti all’intervento.

    Una spalla che arriva all’intervento in condizioni di grande dolore e limitazione articolare ha sicuramente ottime possibilità di vedere i suoi problemi ridursi, ma non è così scontato che avvenga una riduzione totale.

    Del resto, una spalla molto bloccata e dolorosa è probabilmente una spalla con diverse lesioni, dove il chirurgo…. fa quello che può.

     

     

    Quando l’intervento chirurgico NON serve

    Come dicevo all’inizio, la maggior parte dei problemi alla spalla NON necessita un intervento chirurgico (personalmente, spero che la mia spalla non rientri in questa casistica ancora per un po’).

    Nella grande maggioranza dei casi, la rieducazione e la riabilitazione (supportate dalla farmacologia quando serve) riescono a garantire ottimi risultati in termini di riduzione del dolore e recupero della mobilità.

    La riabilitazione è composta per lo più da esercizi di rinforzo: gli esercizi di rinforzo irrobustiscono le strutture muscolari e tendinee, dando loro la possibilità di reggere senza infiammarsi una maggiore quantità di carico.

    Un esercizio che ritengo particolarmente utile è il cosiddetto “esercizio magico”, che illustro in questo video sul mio canale YouTube (a proposito, iscriviti!).

    Se lo guardi su YouTube e vedi i commenti sotto il video, puoi vedere come per molte persone sia un vero toccasana.

     

     

    Inoltre, il movimento attivo favorisce la vascolarizzazione, e questo è vitale in strutture poco vascolarizzate come i tendini.

    Gli esercizi riabilitativi non possono ovviamente riparare una lesione tendinea, ma è ampiamente accertato dalla ricerca che:

    Gli esercizi mirati sono ciò che ha “salvato” la mia spalla in occasione della mia tendinite a 20 anni, dandomi la possibilità di tornare ad allenarmi come volevo e come mi piaceva.

    In questi anni ho costantemente visto che un buon piano riabilitativo, portato avanti per almeno 2-3 mesi, garantisce ottimi risultati sulla maggior parte dei casi.

    Quando nonostante 2-3 mesi di riabilitazione, il problema sembra non fare un passo avanti, allora lì è il momento di chiamare il dr. Gheduzzi della situazione.

     

     

    Conclusione

    Il dolore alla spalla è uno dei problemi muscolo scheletrici più comuni, e probabilmente la spalla è la seconda articolazione più soggetta ad interventi chirurgici, dopo il ginocchio.

    L’esperienza che Claudio Gheduzzi ha condiviso con me in questa intervista mi ha tolto molti dubbi (ovviamente la discussione è andata anche su temi più tecnici e poco interessanti per questo articolo) e mi ha confermato ciò che avevo già notato da tempo, ovvero che le condizioni della spalla pre-intervento sono determinanti per il post-intervento.

    Ecco perchè la rieducazione muscolare e la riabilitazione sono così importanti: anche qualora dovesse essere necessario un intervento, un conto è arrivare dal chirurgo con la spalla infiammata e dolorante, un conto è arrivarci dopo un buon percorso rieducativo.

    Se hai bisogno di una opinione affidabile da parte di un chirurgo esperto di spalla, non posso fare altro che segnalarti il sito del dr. Claudio Gheduzzi.

    Se invece vuoi iniziare una buona rieducazione muscolare, consulta la mia guida “Dolore di spalla: la guida completa”!

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